Liquori

I liquori sono molto interessanti e sono prodotti agli antipodi dello stivale italiano.
Il primo ovviamente è della Calabro (
calabroliqueur.com), la realtà artigianale voluta da Roberto Maiorano, il cui nome identifica fin da subito il forte legame con la sua terra.
I bergamotti arrivano dall’azienda agricola che è collegata alla liquoreria, pertanto si ha la sicurezza della qualità dell’olio essenziale che è ottenuto dai frutti lavorati freschi.
Il metodo produttivo prevede la macerazione a freddo delle scorze private del frutto, mentre una parte della polpa è spremuta, filtrata, stabilizzata ed aggiunta poi al prodotto finito.
Questo accorgimento serve ad aumentare l’acidità e la facilità di beva, momento in cui si debba consumarlo liscio.
Il liquore ha infatti un’ottima persistenza ed un grado zuccherino ideale funzionale ad accompagnare l’aroma.
L’altra piccola realtà è la Distilleria Quaglia (
distilleriaquaglia.it) di Castelnuovo don Bosco la quale acquista l’olio essenziale ed elabora questo liquore della linea firmata dal Professore, il medesimo del vermouth.
Anche in questo caso il prodotto è di buona persistenza, giustamente dolce, ideale per la rielaborazione di classici, ma anche di nuovi cocktail dalla persistenza  agrumata completamente nuova.

Il liquore è una soluzione composta da alcolzucchero e acqua, preparata a caldo o a freddo, aromatizzata con estratti di origine vegetali.

Classificazione

I liquori si distinguono nelle seguenti classi in base alla tecnica di preparazione
  • Infusioni: si tratta di macerati delle sostanze vegetali aromatiche che rilasciano i loro principi nell'alcol.
  • Distillati: si preparano per distillazione del macerato alcolico, se ne ottengono spiriti chiari.
  • Preparati con essenze: l'olio essenziale concentrato viene solubilizzato in alcol.
Di seguito è presente una classificazione secondo le sostanze impiegate
  • Naturali o semplici (es. anice, ciliegia, limone).
  • Di fantasia o composti (ricette originali, spesso formate da molti ingredienti).
  • Creme (viscose, a base fortemente zuccherina).[1]

Dal punto di vista tecnico-legale il liquore fa parte delle cosiddette bevande spiritose[2] ovvero "bevande alcoliche destinate al consumo umano". Per definizione, hanno caratteristiche organolettiche particolari e un titolo alcolometrico minimo di 15% vol.

Liquori e distillati

A volte si usa erroneamente il termine liquore[3] per intendere il distillato (o acquavite) che è invece un'altra bevanda spiritosa. Non vanno confusi tra loro, per le diverse tecniche produttive nonché, soprattutto, perché lo dice la legge.

  • Liquori: sono preparazioni artificiali; cioè bevande alcoliche ottenute per unione di alcol di origine agricola con olii essenziali, oppure ottenute dalla macerazione (a freddo), infusione (a caldo) o percolazione dell'alcol con erbe o sostanze aromatiche. Vengono sempre preparati con sciroppo di zucchero, e acqua per portarli alla gradazione desiderata, ed eventualmente colorati.
  • Acqueviti o Distillati: sono ottenuti per distillazione in alambicco di una sostanza fermentata, e senza aggiunta di zucchero e aromi.

Liquori semplici

Contengono l'estratto di una sostanza aromatica che dona le caratteristiche al liquore, ed eventualmente piccole quantità di sostanze ausiliari usate come aromatizzanti o correttive del sapore o del colore.

Nome del liquore Pianta Parti usate Annotazioni
arancello arancio fruttoesocarpo sinonimo: arancino
bargnolino prugnolo fruttodrupa sinonimo: prunella
caffè sport caffè seme colore bruno
cerasella ciliegio frutto  
elisir di china china corteccia  
erba luisa erba luisa foglia sinonimo: cedrina, limoncina, citronella
fragolino Fragola falso frutto colore rosato
gineprino ginepro fruttobacca  
ginjinha amarena frutto sinonimo: ginja
lamponcino lampone frutto colore rosato
laurino alloro foglia  
limoncello limone fruttoesocarpo sinonimo: limoncino, limonetto
mandarinetto mandarino fruttoesocarpo colore aranciato
mandorlino mandorlo frutto  
maraschino amarasco fruttomarasca  
meloncello melone fruttopolpa  
mirto mirto foglia o frutto sinonimo: liquore al mirto
nanassino fico d'India frutto  
nocino noce frutto acerbo: mallo sinonimo: nocello, nocillo
rosolio rosa petalo base per altri liquori
sambuca anice stellato frutto simili: anisettaMistrà
thibarine palma da dattero frutto
vino di visciole visciolo frutto sinonimo: ratafià di visciole, visciolato

Liquori composti

Contengono, generalmente, miscele di vegetali: alcune agiscono sull'apparato digerente svolgendo un'azione amaro-tonica, coleretica, eupeptica, altre con funzioni ausiliari per l'aromatizzazione, la correzione del colore o del sapore.

Esempi di piante digestive: aloealloroboldocarciofochinagenziana maggioreimperatoriarabarbaro.

Esempi di piante ausiliari: aranciocannellachiodi di garofanofinocchiogineprozafferanozedoàriazenzero.

Esempi di liquori composti:

Liquore composto Piante usate Zona di produzione Annotazioni
centerbe distillato di erbe montane Abruzzo -
certosino distillato di erbe alpine Alpi -
concerto distillato di erbe aromatiche Costiera Amalfitana -
corfinio distillato di erbe montane Abruzzo -
fernet chinagenzianarabarbaro Milano liquore fortemente amaro

Altri liquori

Contengono anche prodotti di origine animale, quali uova o latte:

Nome del liquore Emulsionanti Piante usate Annotazioni
crema di limoncello uova, latte limone -
liquore allo zabaione uova, latte - contiene anche marsala
marsala all'uovo uova - zona tipica: Sicilia

La storia dei liquori

L’origine della liquoristica, affonda le radici nel medioevo arabo nel 700 d.C., quando il movimento denominato Al – Kimiya, dal greco chymos (essenza ) mise a punto le basi della conoscenza della distillazione di fiori e piante, con la quale ottenne essenze ed oli profumati.
Gli alchimisti arabi spinti dal desiderio di purezza spirituale, intendevano ottenere con la distillazione, tramite un processo fisico di purificazione, l’essenza di ogni cosa.
Ad un certo punto la ricerca spirituale e l’alchimia empirica risultano divise da un confine piuttosto labile, tanto che la distillazione assume le connotazioni di un esercizio atto alla produzione di profumi , unguenti e oli per uso cosmetico.
La prima essenza di cui si ha notizia, ottenuta tramite il processo di distillazione sarà un acqua di rose, il cui procedimento produttivo sarà descritto minuziosamente da Abu Abd Muhammad un noto cosmografo arabo vissuto nella seconda metà del 1200. Seguiranno i trattati di Zaharawi che descriverà anche la produzione di acqua di rose, aromatizzata alla canfora, alla cannella, ai chiodi di garofano.
Al- Kindy altro famoso alchimista, noto anche per essere stato (forse) il primo a distillare alcol puro, mette a punto la distillazione dell’essenza di limoni, mela, aloe e mirto.
Le essenze ottenute, considerato il divieto di consumo di alcol imposto dalla religione musulmana, hanno il solo uso cosmetico, mentre con l’arrivo degli alambicchi in Europa, in seguito alla presa di Gerusalemme del 1099, si avranno le prime distillazione di alcol commestibile.
La Scuola di Salerno, fondata nel 1100, e le altre università europee sono le depositarie del sapere dell’infusione, che mantiene però le caratteristiche di un elixir amaro curativo, dove il piacere gustativo non è uno dei valori prioritari.
Le notizie riguardo la realizzazione di un liquore elisir si trovano per la prima volta in Italia durante il Giubileo del 1300 voluto da papa Bonifacio VIII.
Questo Giubileo, voluto da Bonifacio VIII, fu il primo in assoluto ed ebbe un grande risalto nel mondo cattolico.
Bonifacio VIII si distinse per i costumi poco morigerati e per la fame insaziabile, tant’è che si narra che il suo pasto fosse composto come minimo da 6 portate. Le sue abitudini e le sue spese al di sopra delle possibilità, ridussero al minimo le finanze della sua famiglia, tant’è che ebbe l’idea del Giubileo, il primo della storia cristiana.
Recandosi a Roma in penitenza ed elargendo una somma commisurata ai peccati commessi, si avrebbe avuto l’anima salva.
Le cronache dell’epoca riportano che Arnaldo da Villanova e Raimondo Lullo discussero degli effetti miracolosi di un elisir elaborato da loro stessi. Questo liquore fu elaborato per curare il papa da una fortissima colica renale che lo colpì poco prima dell’inizio del Giubileo.
Il Giubileo fu salvo ed ebbe grandissima risonanza nel mondo cattolico, visto il grande afflusso di pellegrini.
Allo stesso tempo il successo di questo rimedio, direttamente derivato dalla distillazione e dall’infusione di erbe, diede fama mondiale agli inventori di questa nuova disciplina e ai loro risultati, ma sopratutto gli evitò l’Inquisizione e l’accusa di stregoneria.
La storia narra che questo infuso contenesse delle scaglie d’oro, metallo puro per eccellenza a cui si attribuivano doti purificanti.
Successivamente, e nei secoli seguenti, in onore di questo elisir, molti liquoristi coloreranno di giallo oro, utilizzando lo zafferano, spezia pregiata e costosa, i loro prodotti.
Il costo dell’alcol, in questa epoca, rimaneva troppo elevato, la distillazione doveva ancora perfezionarsi, ed aveva troppi sprechi.
La produzione rimaneva troppo bassa rispetto al volume di materia prima impiegata, rendendo impossibile una sua diffusione fra i ceti popolari.
Il prezzo dell’alcol scoraggiare il suo utilizzo per un uso e consumo voluttuario, che rimase per lungo tempo un’esclusiva dei medici alchimisti laici e delle abbazie che avevano annessa la farmacia erboristica.
Michele Savonarola, nonno del famoso Girolamo, fisico e medico affermato prescriveva ai suoi pazienti, nel 1448 , alcuni rimedi che potrebbero sembrare liquori aromatizzati, se non fossero stati utilizzati per la cura di varie patologie, alcune anche molto gravi.
Per il vaiolo si somministra un infusione di “pinoli, radice di cocomero, petali di rose e miele”, per la cura dei vermi intestinali si utilizzava ” rosmarino e salvia” , mentre per i dolori gastrici e come corroborante per tisici si consigliava “menta, zafferano, aloe, noce moscata e chiodi di garofano”.
I frati Camaldolesi ordinavano come cura per la malaria un‘acquavite calda, con un'infusione di erbe e Manzoni nei “Promessi sposi” ci dice che nei lazzaretti veniva utilizzata una “dieta spiritosa” , cioè a base d’alcol, come unico rimedio per la peste.
Per avere un produzione liquoristica qualificata e ad uso voluttuario, dobbiamo giungere al Rinascimento Italiano, e precisamente nella prima metà del 1500, quando Caterina de Medici inizia la produzione di liquori dolci di benvenuto per la corte di Firenze e poi a Parigi.
Tutto questo è possibile grazie al perfezionamento del sistema di distillazione, che mette a punto un efficiente sistema di raffreddamento dei vapori d’alcol, aumentando resa e produzione, con conseguente abbassamento dei costi.
La storia dei liquori si separa definitivamente da quella degli amari, proseguendo la propria strada che la porterà alla creazione di decine di aromatizzanti , fondamentali per la creazione di nuovi cocktail, che vedranno la luce a partire dalla fine del 1800.
Le nazioni che emergeranno dal panorama mondiale, per la qualità delle loro produzioni liquoristiche saranno l’Olanda , Italia e Francia, per ragioni storiche diverse, legate alla loro cultura.
L’Olanda fu la forza commerciale marinara più potente al mondo dal 1500 al 1600, con oltre 15.000 navi da trasporto mercantile, su una flotta censita di 20.000, che solcavano i mari dei principali continenti.
La scoperta delle indie e delle sue spezie pregiate diede vita a dinastie di distillatori che avevano a disposizione tutte le materie prime necessarie a costi ragionevoli per produrre decine di tipi di liquori.
Italia e Francia hanno avuto da sempre una forte presenza ecclesiale sul loro territorio con centinaia di conventi e abbazie che hanno prodotto e tramandato decine di prodotti medicinali e terapeutici, che persa la loro funzione curativa, modificati nel gusto, opportunamente zuccherati, hanno dato vita ad interessanti liquori e amari.
Il sogno di poter produrre sulla Terra, l’elemento vergine e puro della creazione, la quintessenza, lo spirito della materia, era durato lo spazio di pochi secoli, ma i suoi splendidi risultati, per quanto piccoli, rispetto all’ambizione iniziale, deliziano ancora oggi i nostri palati.

La definizione di liquore per la legge italiana è:
BEVANDA SPIRITOSA CON ALCOL DI ORIGINE AGRICOLA NEUTRO, DI GRADAZIONE SUPERIORE AI 15° E NON SUPERIORE AI 55° CON CONTENUTO MINIMO DI ZUCCHERO DI 100 GRAMMI LITRO.
I liquori possono essere prodotti con tre sistemi differenti: per distillazione, per infusione, oppure l’insieme dei due sistemi.
Nel primo caso gli aromi sono posti in infusione a freddo o in macerazione a caldo in una soluzione idroalcolica e poi si procede all’imbottigliamento previa filtrazione.
Un sistema non molto comune può essere la percolazione, ovvero si versa lentamente alcol etilico sulla materia prima posta su un filtro, l’alcol permea le erbe si arricchisce delle sostanze aromatiche e cola al di sotto.
Possono essere colorati artificialmente , tipo il curacao bols, un aromatizzante all’arancio che ha quattro colori a scelta: rosso, verde, arancione, blu e neutro.
Lo stesso cocktail si può proporre in diversi colori mantenendo inalterato il gusto.
La categoria infuso e distillato annovera:
–maraschino frutto della distillazione di ciliegie marasche
–crema di cacao bianca
–crema di menta bianca
–triple sec
nella categoria della macerazione e successiva filtrazione abbiamo:
–crema di cacao scura
–limoncello
–nocino
–amaretto
–apricot brandy (frutto della macerazione di semi e frutti di albicocca)
–crema di menta verde, cranberry (mirtillo rosso) , strawberry (fragola), creme de cassis ( mirtilli)
–amari nella loro generalità

Abbiamo i liquori amari caratterizzati dalla presenza di amaricanti, liquori dolci dove sono predominanti gli agrumi o ciliegie, creme di liquore dove abbiamo un distillato miscelato con panna, cacao o frutta.
Una divisione ulteriore dei liquori è fra naturale quando l’ingrediente è segnalato in etichetta tipo curacao, cherry o orange oppure fantasia dove l’aroma non è definito esempio Strega o Galliano.

I liquori Europei

Becherovka

Carlshamns Flaggs Punch

Swedish Punch

Gammel Dansk

Godiva cappuccino

Gold Strikes

Harlem Kruiden Liquor

Liqor Beirao

Metaxa

Old Krupnik Honey Liquor

Safari

I liquori Anglosassoni

After Shock Liquor

Atholl Brose Dunkeld

Coole Swan Cream Liquor

Creme di Whiskey (Bailey's e Carolans)

Drambuie

Glayva

King's Ginger Liquor

Irish Mist

Old Pulteney Liquor

Pimm's N°1

Royal Legacy

Sheridan's

Stag's Breath Liqueur

Taboo Vodka Liquor

Triibe - Clear Cream Liquor

I liquori di tradizione Francese

Alize

Amer Picon

Benedectine D.O.M

Chambord

Charlestone

Cognac Ginger Liquor

Creme de Cassis de Dijon

Creme de Figue de Ayguebelle

Creme Yvette

Domaine du Canton

Esprit de June

Forbidden Fruit

Girl Liqueur

Izarra

Mandarine Napoleon

Parfait Amour

Passoa

Pissang Ambon

St. Germain Liqueur

Verveine Velay

X - Rated

I liquori tradizione Spagnola

Calent

Hierbas Hibicencas

Hierbas Tunel

Licor 43 (cuarenta y tres)

Melody crema catalana

Patxaran o Pacharan Navarro

I liquori di Germania

Barenjager

Jagertee

Josef Meier's Cinnamon liqueur and bitter

Stroh

I liquori extra Europei

Agavero

Amarula

Aphrodope Elixir

Hpnotique

Mekhong

Pama Pomegranade liqueur

Quandong

Sabra

Southern Comfort

Ty-Ku

Velvet Falernum

Le Spezie e le Erbe

Le Spezie per la produzione di Liquori, Amari, Vermouth e Distillati.

Una volta analizzata la distillazione bisogna necessariamente conoscere le spezie poiche sono loro, con la loro qualità, a determinare le caratterizzazione dei prodotti liquoristici, come gli amari, dei vermouth e di taluni distillati, come ad esempio gin, jenever ed assenzio.

E’ bene quindi avere una panoramica delle stesse per capire il ruolo che giocano all’interno delle preparazioni suddette. La lista ha il solo scopo di illustrare il loro apporto in termini aromatici, mentre la lavorazione dei prodotti che le contengono è riportata nei paragrafi dedicati successivi.

Le erbe e le droghe per la fabbricazione dei suddetti prodotti si suddivide in classi ben precise.
Le erbe amare: Camedrio, Centaurea e Cardo Santo.
Le erbe aromatiche: Cerea, Dittamo, Maggiorana, Timo Pepolino, Timo Serpillo, Origano e Rosmarino.
Le erbe amaro-aromatiche: Achillea, Assenzio Pontico, Maggiore e Gentile e Veronica

Droghe amare: Aloe, Angelica, China,Lichene Polmonario, Quassia amara e Rabarbaro.
Droghe aromatiche: Anice Stellato, Camomilla, Cannella, Cannella, Cardamomo, Coriandolo, Fava Tonka, Galanga, Chiodo di Garofano, Gaggiolo, Mandorle amare, Macis, Noce Moscata, Vaniglia.
Droghe amaro-aromatiche: Arancio amaro, Arancio dolce, Calamo aromatico, Enula, Genziana, Ginepro, Pepe, Sambuco (fiori),Salvia Sclarea, Zafferano e Zenzero.

Achillea

Pianta erbacea perenne molto diffusa sia in pianura che in montagna. Cresce in Europa, Asia e in America.
Per la produzione dei liquori e dei vermouth viene utilizzata la sua variante detta Nobilis.
Ha un gusto amaro e buona aromaticità. Contiene principi stimolanti, febbrifughe e cicatrizzanti note sin dall’antichita’. Il suo nome deriverebbe da Achille che la usava per curare le ferite dei suoi soldati. I suoi due principi attivi sono detti Achilleina e Acido Achilleico.
La prima è di sapore amaro, ben si scioglie nelle miscele idrolacoliche donando una bella tonalità giallo carico.

Angelica

Erba poco diffusa in natura, necessita di essere coltivata per approvvigionare le fabbriche liquoristiche essendo molto richiesta. Cresce in quasi tutta Europa, dalle Alpi ai Pirenei. Di tutta la pianta vengono solo usate le radici che sono amaricanti ed hanno doti espettoranti  e toniche del sistema nervoso. Ha buona aromaticità e sapore resinoso che mantiene anche in distillazione. Ad un primo assaggio ha prima una tendenza dolce che poi rivela un amaro caldo e persistente che eccita la salivazione. Ha doti digestive ed e’ utile contro gli spasmi intestinali. Viene spesso usata in abbinamento alla Centaurea e la Genziana per aumentarne gli effetti.
I gambi canditi sono usati anche in pasticceria.

Anice Verde

Pianta dal fusto erbaceo dal forte sapore aromatico tipico che nella distillazione viene esaltato. Il principio attivo e’ l’anetolo che in presenza di una soluzione idrolacolica inferiore ai 50 gradi tende ad opacizzare, per via della creazione di minuscole gocce di olio che riflettono la luce.
Per questo motivo alcuni liquori che lo contengono hanno gradazioni superiori a questa o contengono zucchero.
Ha proprieta’ stimolanti,antisettiche e digestive note fin dall’antichità ed era alla base di decine di preparazioni. Plinio sosteneva che il suo olio manteneva la giovinezza della pelle.

Anice Stellato

Nome scientifico Ilicium Anisatum o Ilicium Verum. Piccola pianta legnosa tropicale sempre verde originaria dell’Asia Orientale. Richiama per certi versi l’Alloro.
Originaria della Cona e del Giappone, coltivata con successo anche nelle Filippine.
La parte utilizzata dalla liquoristica è il frutto, a forma di stella, da cui il nome, composto da 6 o otto follicoli che contengono altrettanti semi. I semi contengono una mandorla biancastra oleosa dal sapore tipico aromatico e dolciastro. Molto ricco dì anetolo e’ considerato piu’ pregiato rispetto al “verde”.
Ha doti stomachiche, diuretiche, antidiarrotiche ed antivirali. L’olio essenziale viene anche detto “essenza di Badiana” che contiene il 90% di anetolo.

Arancio Amaro e Arancio Dolce

Il nome botanico del primo è Citrus Bigaradia ed è uno dei capisaldi della liquoristica mondiale. I suoi oli essenziali, contenuti esclusivamente nella scorza (epicarpio), che viene normalmente essiccata, sono alla base di liquori, sia distillati che infusi. I più famosi preparati sono i Curacao , i Triple sec, fra cui il Cointreau, seguiti dagli Shrubb a base rum, ed Aurum e Gran Marnier rispettivamente con brandy e cognac.  Viene anche massicciamente usato per realizzare, Vermouth, Bitter e la tipologia di aperitivo di vino detto Americano, in unione con la Genziana.
E’ il coadiuvante per eccellenza per dare piacevolezza e bevibilità in contrapposizione alle note amare. Infatti seppur a dispetto del nome le sue scorze non hanno uno spiccato retrogusto amaricante, presente solo in parte nell’olio essenziale. Ha doti digestive, antisettiche e toniche, per questo viene considerato anche un antidepressivo.  Dai suoi fiori si può ottenere anche un aroma noto come “zagara” dai delicati profumi dolci che ovviamente ricalcano l’aromaticità del frutto.
Il nome del secondo è Citrus Aurantium ed ha caratteristiche mediche simili ma di minor impatto aromatico, quindi risulta meno ricercato nella liquoristica, se non come comprimario del primo.

Artemisia Pontica

Pianta fruticosa ( perenne e con fusto legnoso alla base) che cresce spontanea in Svizzera, Francia e Germania, dove viene impiegata da secoli per la produzione di liquori e wermutwein. Ha foglie piccole, odore forte gradevole e sapore amaro, in misura inferiore però all’Assenzio Maggiore.
Dalla sua ha una maggiore carica aromatica più elegante. Viene impiegato in infusione per la produzione dei vermouth e in distillazione per quella dell’Assenzio. Nella versione Vert viene messa in piccola parte in infusione successiva per donare un elegante tocco amaro
In distillazione dona sentori di fieno secco tipici della versione bianca (Blanchette) detta anche Bleu in Svizzera e Francia. Noto sin dall’antichita’ per le sue doti digestive.

Assenzio Maggiore o Artemisia Absinthium

Pianta erbacea perenne. Nasce spontanea nei luoghi pedemontani dell’Europa e dell’America Settentrionale. Ha un rizoma duro e ramoso, foglie molto frastagliate, che sono bianche nella parte inferiore  da cui uno dei suoi nomi dialettali Erba Bianca. Ha spiccate e persistenti doti amaricanti diffuse in tutta la pianta, dalle foglie ai fiori, molto meno eleganti rispetto al precedente. Non esiste un definizione di amaro più netta di quella dell’assenzio, che non si ritrova in nessun altro botanico, dalla China al Quassio. Ha doti medicamentose spiccate da cui un altro nome dialettale “Erba Santa” o “Bonmegu”o “Bunme” ( buon medico), infatti favorisce la digestione, ha doti antisettiche  e vermifughe. La sua facilità di crescita e le poche esigenze in termini di nutrienti ed acqua,  che si traduceva in un basso costo di coltivazione, ed una reperibilità semplice ed in grosse quantità, lo hanno fatto preferire nei secoli per le preparazioni liquoristiche europee, fino a diventarne uno dei simboli. Per la produzione dei liquori si usa la sola sommità fiorita, prima che questi si schiudano. I fiori hanno uno sviluppo a “pannocchia”. Una volta raccolti vanno messi ad essiccare a testa in giù , per concentrare la linfa nelle sommità.

Artemisia Mutellina o Umbelliformis

Varietà montana di artemisia nota nel linguaggio popolare prende il nome di Genepi Bianco o Femmina, viene usato per la produzione del liquore omonimo.
Ha spiccate doti cardiotoniche essenziali per i pastori che praticano la pastorizia in alta montagna.
Ha una dotazione amara inferiore rispetto alle precedenti ed un contenuto in tujone molto basso sicuramente per via delle sue caratteristiche vegetative che vanno dai 1500 ai 2700 metri di altezza e che gli fanno preferire le zone aride e rocciose. Viene raccolto nel periodo antecedente alla piena fioritura, quando è al massimo della sua vegetazione.

Calamo Aromatico

Erba palustre che ama l’umidità.
Il suo rizoma carnoso ricco di radici viene usato in distillazione per ottenerne un aromatico profumo che ricordano gli agrumi, mentre in infusione rivela doti amaricanti eleganti e buon sapore caratteristico che ricorda la canfora.
Ha spiccate doti digestive note fin dall’antichità quando veniva massicciamente usato da Romani, Greci ed Egizi.
Nel medioevo le sue foglie venivano sparse sul pavimento per deodorare l’ambiente dì agrume.
E’ tossico in quantita’ elevate per via dell’alcaloide detto calamina.

Cannella

Pianta tropicale che può raggiungere anche i dieci metri di altezza.
Tutte le parti della pianta hanno il profumo tipico che però risulta più concentrato nella corteccia che viene recisa e fatta essiccare nei caratteristici rotoli.
La parte più pregiata è la corteccia interna.
Dalle foglie per distillazione si può ottenere un ottimo alcolato con caratteristiche aromatiche simili.
Dalle radici si ottiene invece la canfora.
Esistono vari tipi di scelta di cannella, a seconda della provenienza e della qualità della corteccia.
E’ originaria di Ceylon, ma è coltivata anche in Cina, Giappone, Brasile, Egitto e nelle colonie francesi di Guadalupe e Martinica.
Ha spiccate doti aromatiche sia in infusione che in distillazione. Viene usata frequentemente per le sua piacevole e quasi sempre apprezzata nota balsamica e piccante.
Nella farmacopea casalinga dei suoi paesi di origine era un potente antibatterico e febbrifugo, nonchè stimolante gastrico con funzione astringente. Ha anche virtù antidepressive e cura egregiamente le debolezze croniche.

Cardamomo

Pianta erbacea originaria dell’Asia tropicale, cresce in India ma varietà più pregiata proviene da Malabar, seguito da quello di Ceylon. In queste aree la sua raccolta era fatta esclusivamente dalle donne ed era la spezia legata al matrimonio.
La parte utilizzata sono i semi aromatici, contenuti in un baccello che ricordano con i sentori freschi una sorta di cannella e le note canforate.
Nella medicina orientale  e’ usato per le infezioni  ai denti, prevenire alitosi, malattie digestive e della respirazione. In India e’ servito nel dopo pasto.
Ha doti corroboranti e toniche sull’organismo.
Viene largamente usato, sia in infusione (specie in amari e vermouth dry) che in distillazione poiché è in grado di donare una nota fresca al naso, molto caratteristica e distintiva, mentre in bocca risulta piccante e persistente.

Cardo Santo o Mariano o Centaurea Benedicta

Pianta erbacea annuale, è ricca di spine ricorda la corona dì spine dì Gesu’ Cristo, ma il nome sarebbe anche un omaggio alle sue virtù medicamentose che hanno caratteristiche uniche, quasi miracolose, nella cura delle disfunzioni epatiche. Per questa cura si devono utilizzare i soli semi che non hanno nessun tipo di apporto aromatico e che pertanto non vengono mai utilizzati in liquoristica.
La pianta e’ molto diffusa in pianura e nei pendii collinari.
Le foglie per essere utilizzate devono essere essiccate poichè fresche hanno un sentore poco gradevole.
Ma una volta essiccate hanno importanti doti aperitive. Al gusto risultano anche molto sapide.
Ha gusto moderatamente amaro, per via della cnicina proprieta’ toniche, stimolanti e diuretiche.
Le radici hanno virtù diuretiche e non vengono utilizzate nella preparazione dei liquori.

Centaura Minore

Pianta annua che cresce in tutto il territorio italiano, preferibilmente nei luoghi umidi e nei prati.
Fiorisce in giugno.
Ha sapore amaro, forte e persistente, per via del suo principio noto come centaurino.
Ha doti digestive e febbrifughe, cura le disfunzioni dello stomaco e leggeri catarri.

E’ uno dei componenti principali dei bitter, ed il principale dell’ Angostura.
Viene spesso usato in sinergia con genziana ed achillea.

China

E’ la corteccia di una pianta originaria del Sud America.
Cresce in Venezuela, Colombia, Bolivia e sulla cordigliera delle Ande.
Viene coltivata anche in India.
Il suo utilizzo è esclusivamente in infusione per donare ai prodotti una nota elegante e persistente di amaro.
Si usano le  specie Calissaya e Succirubra, detta anche China Rossa che dona un caratteristico colore all’infuso.
Da sempre usata nella medicina per le sue doti digestive, febbrifughe e toniche. Venivano confezionati i vini detti chinati utilizzando il Marsala ed il più pregiato Barolo.
Il chinimo e’ l’alcaloide per la cura della malaria e fu per lungo tempo l’unico rimedio conosciuto.

Chiodi di Garofano

Sono i boccioli dei fiori essiccati di una pianta originaria dell’Indonesia, nota con il nome di Eugenia Caryophyllata che può raggiungere dimensioni ragguardevoli.
Diffusissimo in Oriente  era nota nella medicina cinese  2000 anni fa.
Viene coltivata in Indonesia, Madagascar e Tanzania e ed in tutta l’Asia tropicale.
Usata nell’Antica Roma come antisettico, anti microbico ed anti dolorifico locale, specie per il mal di denti.
E’ alla base delle preparazioni a base dì vino aromatizzato, in unione spesso con la cannella,  note nella farmacopea popolare come Vin Brulè.
In quantità elevate il suo olio essenziale è un elemento tossico per il fegato e si sconsiglia sempre alle donne incinta.

Coriandolo

Semi di una pianta nota  anche con il nome di prezzemolo cinese.
E’ della stessa famiglia delle Apiacee a cui appartiene l’Aneto, l’Anice verde ed il Cumino.
Noto fin dall’Antico Egitto ed usato largamente dai romani, e’ alla base della cucina araba.
Mosè lo cita nel capitolo sedici dell’Esodo e Ippocrate, creatore degli omonimi vini con Dittamo ed Assenzio lo consiglia per le sue qualità.
Il nome koris (cimice) e  ander (simile) deriva dall’odore molto sgradevole dei frutti acerbi, mentre quelli maturi si contraddistinguono per l’elegante nota aromatica che ne decreta l’uso nella quasi totalità dei vermouth e gin.
Ha doti toniche, stomachiche e digestive.

Dittamo

Originario del Mar Egeo (Dikti, monte cretese e Thamnos arbusto) è stato un componente fondamentale  dei vini ippocratici.
Cresce nei boschi e nei luoghi freschi e montuosi.
Le sue foglie, ricche di olio essenziale, la dittamina, se sfregate hanno profumo dì scorza di agrume da cui il nome “erba limonella”.
Una volta essiccate i profumi tendono ad essere simili a quelli dell’origano.
A fini liquoristici si utilizzano le foglie e le sommità, i profumati germogli, mentre a fini medici si usano le radici.
E’ alla base di alcuni liquori e distillati del passato, come l’Alpestre ,di molti vermut e profumi.

Semi di Finocchio

Arbusto, il cui nome è Foeniculum Vulgare, cresce abbondante sulle coste rocciose ed aride del Mediterraneo.
Conosciuto fin dall’antichita’ per le sue doti curative e digestive e’ usato in molte culture come spezia nella cucina.
Evita il formarsi dei gas intestinali ed ha doti anti infiammatorie e anti tumorali spiccate.
In infusione dona toni freschi, ricercati nei vermouth dry e bianco, mentre in distillazione, contenendo anetolo è un buon coadiuvante dell’anice.

Fava Tonka

E’ una pianta di grosse dimensioni, originaria del Venezuela che cresce molto bene anche in Brasile, molto meno pregiata, Giamaica e Guaiana.
La parte utilizzata a fini liquoristici è il frutto, una drupa a forma di mandorla ellittica allungata.
Il principio odoroso dolce ed aromatico particolare deriva  dalla “cumarina”.
Questo olio essenziale, che tende a cristallizzare, viene usato nei profumi, mentre al gusto ha doti amaricanti.
In passato era un surrogato della piu’ costosa vaniglia vista la grande somiglianza al naso.
Esistono infatti molte varietà della pianta e le più pregiate arrivano dall’area venezuelana detta Angostura, ideali proprio per la produzione del vermouth.
In grandi dosi puo’ risultare tossica.

Genziana

Cresce abbondante e spontanea nei prati alpini ed appenninici, fiorisce in estate.
Si utilizza la radice, che inizialmente ha percezione dolce ma che si trasforma rapidamente in una fortemente amara.
L’amaro è persistente in bocca, specie ai lati della lingua ed ha doti febbrifughe e digestive.
Il principio amaricante è la genziopiricina, incolore ed inodore, che cristallizza a contatto con l’aria.
Il nome deriva da Gentius Re dell’Iiliria che introdusse la pianta nella medicina antica.
La radice è presente nella farmacopea casalinga di tutta Italia e Francia, sia in infusione che in distillazione, in decine dì preparazioni sia aperitive che digestive.
I fiori, di un giallo brillante, sono usati, previa macerazione in zucchero, nelle preparazioni francesi per donare il classico colore brillante al liquore.

Genzianella

Detta anche Genziana dì Koch o dì Aucali.
Differisce dalla precedente per il fusto piu’ piccolo ed il fiore blu.
Cresce preferibilmente in montagna ed ha ha proprieta’ digestive ed epatiche.
La pianta viene utilizzata per intero e dona un gradevole gusto amaricante.
E’ alla base, insieme alla precedente, dell’Americano, che la utilizza come principio amaricante in luogo dell’assenzio, e degli aperitivi a base di vino di scuola francese.

Ginepro Limone

Il suo nome botanico è Citrus Limonium e si pensa che sia originario della Cina. Fu portato dagli arabi in Sicilia dove trovò il suo habitat naturale per poi diffondersi in tutto il sud e nelle zone temperate del nord, ad esempio sul Lago di Garda.
Il suo olio essenziale è alla base della produzione di molti liquori della tradizione mediterranea, così come il suo succo lo è per la miscelazione di cocktail. Le sue scorze essiccate sono alla base della produzione della maggioranza dei gin. A livello medico i suoi oli essenziali hanno doti digestive spiccate e espettoranti.

Macis

E’ l’inviluppo a  protezione del seme della Noce Moscata e viene utilizzato secco.
E’ una pianta dioica e i suoi frutti si distinguono in frutti lunghi o maschi e tonde dette femmine.
Il frutto femmina, ha sapore aromatico deciso e bruciante se usato in dosi errate, mentre nelle dosi giuste ha una aromaticità inebriante ed una piccantezza molto interessanti per l’equilibrio dei prodotti.
Rispetto alla noce moscata risulta essere meno franca e con una tendenza amara abbastanza spiccata.
Il frutto maschio meno utilizzato ha una tendenza che ricorda i semi di finocchio.
E’ usato nella medicina orientale come espettorante e anti nausea.

Maggiorana

Erba aromatica sempreverde originaria del Nord Africa e dell’Asia.
Non ama i climi rigidi e muore in caso di gelate.
E’ un elemento fondamentale della cucina mediterranea, italiana e greca in primis, ed era usata, come la lavanda, in sacchetti per profumare la biancheria.
E’ ricca dì vitamina C ed e’ indicata nella cura delle emicranie per le sue doti sedative, digestive ed antispasmodiche.
Era alla base dei vermouth piemontesi con il Timo prima dell’arrivo delle spezie orientali.

Menta

I suoi oli essenziali, dai poteri digestivi, antispasmo ed antisettici, fortemente balsamici e piccanti, erano noti fin dal tempo dei Romani.
La sua facilità di coltivazione, dovuta alle poche esigenze in termini idrici e di nutrimenti, e la sua piacevole aromaticità in grado di donare freschezza al liquore, ha sempre messo questa pianta in testa alle preferenze dei produttori e dei consumatori.
Si contano alcuni prodotti liquoristici  mono erbe al suo attivo in Europa ed è presente in moltissime preparazioni di liquori amari e vermouth, sopratutto dry, per la sua nota rinfrescante, senza dimenticare il suo uso allo stato naturale, nella miscelazione di alcuni classici. La varietà piperita ha nel paese di Pancalieri, in Piemonte la sua coltivazione più pregiata coperta da Dop.

Noce Moscata

Cresceva in Asia in maniera spontanea e sopratutto nelle Filippine.
Venne portata nelle colonie francesi delle Antille nell’Oceano Atlantico nel 1770 dove cresce ancora oggi rigogliosa.
Può raggiungere anche i 15 metri di altezza da cui si possono ottenere anche 200o noci.
Il suo nome e’ la corruzione italiana dì “noce di mascate” luogo dove venne commercializzata per la prima volta.
Nel 700 fu considerata un rimedio efficace per oltre 100 malattie.
Ha un aromaticità minore rispetto al Macis, ma un uso nella liquoristica molto simile.
L’olio essenziale si può ottenere per spremitura a caldo o con distillazione.
Se usata in alte dosi ha effetto abortivo ed e’ blandamente narcotico ed allucinogeno.

Quassia

La pianta è originaria del Brasile, Colombia e Suriname.
Per la produzione si utilizza la parte legnosa, da cui si ricava un essenza dalla persistenza amara molto elegante e persistente.
Il principio amaricante si chiama quassina e fu scoperta da Winckler nel 1835, mentre come principio botanico aromatizzante era noto fin dal 1742.
Si presenta in cristalli inodore ma di sapore amarissimo, poco solubile in acqua, ma solubilissima in alcol.
Il suo apporto ad amari e vermouth si limita a questo poiché non ha odore, se non un leggero tono di linfa.
Ha proprieta’ toniche e medicinali per la cura delle disfunzioni gastriche.

Rabarbaro

Il nome botanico è Rheum Officinale Baillon o Rheum Palmatum.
E’ un rizoma di una pianta originaria della Cina, ma si è acclimatato anche in Italia, Francia ed Inghilterra.
Il più pregiato rimane quello asiatico.
Ha un amaro elegante, caratteristico, lungamente persistente in bocca.
Ha proprieta’ digestive ed e’ un depurante del fegato, ma il suo uso è massiccio anche nelle bevande aperitive come i vermouth, grazie alle sue dosi piacevolmente amaricanti.
Veniva usato gia’ nel 2700 a.c. dalla medicina cinese  e si diffuse in Europa grazie agli inglesi che lo usarono come ingrediente di cucina. Il rabarbaro era noto anche agli arabi fin dal X secolo, probabilmente grazie ai commerci con la Cina che portarono anche il sapere della distillazione.

Salvia Sclarea o Erba Moscatella

Pianta della famiglia delle Labiate, i suoi nomi sono anche Erba di S Giovanni, Scarlea ed Erba Moscatella.
Originaria della Siria, in Italia e’ piuttosto rara ed inselvatichita.
Pianta profumata ed aromatica, specie nelle cime fiorite e nelle foglie, come sembrerebbe suggerire il nome che ricorda il vitigno Moscato.
In passato era infatti usata in infusione per incrementare i profumi del vino nelle annate poco fortunate.
E’ moderatamente amara ed ha doti digestive.
Per le sue doti amaricanti ed antisettiche era usata prima dell’avvento del Luppolo per aromatizzare la birra.

Sambuco

Pianta molto diffusa in Europa, Caucaso, Siberia e Giappone.
I fiori, dai tipici sentori dolci con retrogusto erbaceo, sono usati da sempre nella tradizionale fabbricazione piemontese dei vermouth per il loro profumo caratteristico.
Per il loro utilizzo è importante essiccarli.
Nel prodotto fresco in infusione emerge un marcato retrogusto di clorofilla che risulta disgustoso.
Hanno funzione febbrifuga, diuretica ed aumentano la sudorazione utile per le malattie infettive.
Lo sciroppo, allungato con acqua, e’ usato come dissetante nei paesi nordici mentre nel resto d’Europa e nel Triveneto non mancano liquori mono erba con questo principio usati, sopratutto in Italia, come correttore per il vino spumante.

Tanaceto

Il suo nome deriva da athanasia (immortale).
Usato come vermifugo  nella preparazione dì infusi e biscotti della tradizione piemontese.
Ha sentori delicatamente amari, linfatici e di erba secca, a livello medico ha doti cicatrizzanti, veniva infatti utilizzato nella preparazione dell’Arquebuse divenuto poi Alpestre.
Contiene tujone come l’Assenzio ed era alla base per della preparazione del vermut piemontesi prima dell’avvento delle spezie esotiche e durante le due guerre quando torno a vigere l’autarchia.

Timo

Il nome deriva dal greco thymus che ha vari significati tutti collegati alla “vitalita’”.
Ha qualita’ rinvigorenti  ed energetiche.
I rami dì timo venivano bruciati durante le cerimonie religiose ed i soldati si lavavano con acqua infusa con questa pianta per infondere in loro coraggio.
Ha doti balsamiche ed aromatiche spiccate caratteristiche.
E’ un antisettico dell’intestino ed un  espettorante.
Esiste anche una varieta’ alpina detta “serpillo” che ha delicati sentori agrumati da cui il nome volgare di Timo Cedrato.

Vaniglia

Baccello di una pianta originaria del Messico, che rimane la più pregiata.
La sua raccolta avviene da maggio ad agosto, ancora verde, viene scottato nell’acqua bollente, e si seccano all’ombra, ma non troppo in modo che rimangano elastici.
Si aprono i baccelli e si trovano all’interno numerosi semi neri, lucenti, ricoperti di succo vischioso, dolce ed aromatico.
Usata dagli Atzechi in unione con il cacao, ancora oggi ha una funzione basilare nei liquori e nei vermouth, ovvero quello di “sorreggere” le altre spezie con i suoi toni dolci, se opportunamente dosata.
Nel 1800 diventa la spezia favorita della corte dì Francia e diventa un elemento fondamentale in liquori e vermouth. Testi di fine 800 documentano numerosi tentativi di sofisticazione della vaniglia, per via del suo costo elevato che rendeva questa pratica molto remunerativa.
La sua coltivazione nasce sull’isola dì Bourbon della Reunion e viene poi diffusa in Madagascar.
Il suo principio naturale identico è noto come Vanillina ed è l’unico aroma di sintesi permesso nel vermouth.

Zafferano

Stimma di un fiore che cresce naturalmente nei climi temperati dì Italia, Spagna e Grecia.E’ la spezia piu’ costosa ed in passato veniva usato per comunicare la ricercatezza e l’opulenza della liquoreria che si poteva permettere di utilizzarlo per la colorazione dei  suoi liquori e distillati.
Ha un blando sentore amaro, ha doti di regolatore dell’apparato digestivo ( è un ingrediente base del fernet), stimolanti e cardio toniche.
Per questo motivo in dosi elevate e prolungate( circa sui 20 grammi) provoca vertigini ed allucinazioni e puo’ risultare mortale. Si dice anche che sia uno dei pochi afrodisiaci comprovati, poiché aumenta la secrezione di serotonina.