Alexander | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Anno | 1914 |
Ideatore | Incerto |
Locale | Incerto |
Bicchiere | Doppia Coppetta cocktail |
Base primaria | Cognac |
Decorazione | Noce moscata |
Tecnica di miscelazione | Shakerato |
Capacità | Cocktail Medium |
Momento del consumo | After-dinner |
Classe | Trio |
Stile | Cream & Cocoa |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2004 |
Alexander è un cocktail ufficiale IBA a base di cognac, crème de cacao scura e panna.
L'Alexander è un cocktail che compare già nelle prime guide di inizio '900, ma proprio per questo vi sono molte ipotesi legate all'origine di questo
drink.
I primi ricettari che certificano la preparazione di un cocktail denominato "Alexander" sono il "Jackʼs Manual" scritto da J. A. Grohusko nel 1910, e il "Straub's
manual of mixed drinks" del 1913, ma la ricetta, totalmente differente, prevedeva l'uso di rye
whiskey e Bénédictine. La ricetta attuale denominata con il nome corrente compare la prima volta nel testo
"New bartender's guide" redatto da Charles S. Mahoney e Harry Montague nel 1914.
Una leggenda, meno accreditata, afferma che il cocktail fu creato da Troy Alexander, barista del ristorante Rector's di New York agli
inizi del '900, per festeggiare il successo della campagna pubblicitaria della Delaware,
Lackawanna and Western Railroad: basandosi sul vestito bianco della mascotte, Phoebe Snow, creò un cocktail basato sulla crema di latte. Parallelamente, in Inghilterra, fu
creato un cocktail simile, ma denominato diversamente: creato a Londra nel 1922 da Henry Mc Elhone al "Ciro's Club", il cocktail fu dedicato al matrimonio fra
la principessa Mary e il conte Henry Lascelles. [1][2]
Versare gli ingredienti in uno shaker pieno di ghiaccio e shakerare molto vigorosamente. Filtrare dunque in una coppetta da cocktail e guarnire eventualmente con una spolverata di noce moscata.[3]
L'Alexander è un cocktail decisamente dolce grazie all'uso del cacao e della panna, proprietà che, unitamente al basso tenore alcolico (inferiore solitamente ai 20° alc.), lo rende un cocktail spesso bevuto dalle donne.[4]. Tecnicamente è un after dinner classico preparato con la tecnica shake and strain, facente parte della categoria "trio cocktail", che grazie alla sua fama ha dato origine alla famiglia omonima degli Alexander cocktails[5][6].
L'alexander, date le molteplici origini, viene chiamato anche Gin Alexander, Princess Mary e Panamà (quest'ultimo nome erroneamente in quanto indica un Brandy Alexander o la variante col rum). L'origine del nome "Alexander" è incerta:
Data l'origine molto vecchia di questo drink, l'Alexander ha attraversato molte generazioni, dando origine nel tempo a moltissime varianti:
Americano | |
---|---|
Nazione | Italia |
Periodo | Primi del '900 |
Bicchiere | Old fashioned |
Base primaria | |
Decorazione | Fettina d'arancia |
Tecnica di miscelazione | Build |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Aperitivo |
Classe | French-italian |
Famiglia | Americani |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2004 |
L'Americano è un cocktail italiano che, a dispetto del nome, fa uso esclusivamente di prodotti italiani: bitter Campari, Vermouth rosso e seltz. È un cocktail ufficiale della IBA.
Come molti cocktail, la sua origine è ignota ma vi sono diversi racconti che accompagnano la sua storia. Il più antico cita l'Americano nel 1860, ideato presso il Gaspare Campari's bar a Milano. Un altro racconto lo fa risalire agli anni trenta, dando anche una spiegazione al perché del nome che non rispecchia la natura del cocktail e dei suoi ingredienti; i quali sono, di fatto, tutti tipicamente italiani: il Campari è di Milano, il Vermouth è di Torino. Il cocktail quindi sarebbe stato chiamato così in onore di Primo Carnera, un pugile italiano molto attivo negli Stati Uniti, e per questo detto appunto "l'Americano".
L'Americano diventa, negli anni un cocktail di successo, raggiungendo una certa fama anche grazie ad alcuni omaggi cinematografici. Il cocktail italiano è considerato anche il "padre" del Negroni.
L'Americano si prepara con la tecnica build e si serve di un bicchiere Old Fashioned. Si versa dunque nel bicchiere colmo di ghiaccio Vermouth rosso e Bitter, dopodiché si va a completare con la Soda la quale va miscelata leggermente utilizzando lo stirrer. Alla fine si strizza e si mette all'interno del cocktail una scorzetta di limone e una fettina d'arancia come decorazione.
Angel Face | |
---|---|
Nazione | Francia |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Gin |
Tecnica di miscelazione | Shake and strain |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Anytime |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1961 |
L'Angel Face è un cocktail all-day a base di gin, apricot brandy e calvados, di origine francese. È un cocktail ufficiale IBA
Mettere gli ingredienti in uno shaker con il ghiaccio. Shakerare e versare il contenuto in una coppetta da cocktail attraverso uno strainer.
Aviation | |
---|---|
Nazione | Regno Unito |
Anno | 1916 |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Gin |
Decorazione | Ciliegia al maraschino |
Tecnica di miscelazione | Shakerato |
Capacità | Short Drink |
Classe | Sour |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
L'Aviation è un cocktail a base di gin e maraschino. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
L'aviation cocktail è stato creato nel 1916, durante la prima guerra mondiale, in onore dei piloti inglesi. La sua origine è incerta, vi sono due ipotesi: la prima narra dell'improvvisazione di un barman di un circolo di ufficiali di aviazione, che lo miscelò in onore dei piloti inglesi (prima guerra mondiale) venne usato spesso come cocktail commemorativo o una sorta di rituale, con il quale i piloti brindavano al loro ritorno. La seconda teoria fa corrispondere il creatore come il primo a trascrivere la ricetta: Hugo Ensslin, nel 1916, dedicandolo ai pionieri dell'aviazione.
Viene preparato agitando gli ingredienti nello shaker e servendolo in una coppetta da cocktail precedentemente raffreddata. Viene decorato con una ciliegia al maraschino o una marasca oppure con buccia di limone a spirale.
Bacardi | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Anno | 1961 |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Rum |
Tecnica di miscelazione | Shake and strain |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Il Bacardi è un Cocktail ufficiale IBA a base di rum Bacardi. Fa parte della categoria dei pre-dinner cocktail.
Il Bacardi è una variante del cocktail Daiquiri (che contiene rum, succo di lime o limone e sciroppo di zucchero, anziché lo sciroppo di granatina contenuto nello stesso bacardi). La versione che conosciamo noi oggi è nata negli USA. Le prime ricette del Bacardi apparvero verso il 1917, in un ricettario di Tom Bullock, “Ideal Bartender”.
Il distillato Bacardi invece è legato a Don Facundo Bacardi. Nato in Catalogna, si trasferì successivamente a Santiago di Cuba per avviare un'attività di commercio in vini. Poi nel 1862 acquistò un alambicco e cominciò la distillazione della melassa da canna da zucchero delle piantagioni vicine.
Il suo ron (rum) diffusosi prima a L'Avana e poi in Florida, ebbe un grande successo. Ci fu una pausa solo durante il proibizionismo, quando furono interrotte le esportazioni verso gli USA, tuttavia Bacardi continuò l'espansione anche grazie a numerosi “turisti” americani che vennero ad approvvigionarsi alla fonte.
Nel 1960 Fidel Castro, con un colpo di mano, nazionalizzò le distillerie di Santiago, ma l'azienda aveva fatto in tempo a trasferirsi in Messico e a Porto Rico. Oggi Bacardi è uno dei maggiori produttori di alcolici del mondo e possiede distillerie alle Bahamas, in Brasile, in Canada, in Venezuela e in Martinica, per un totale di oltre 200 milioni di bottiglie prodotte.
Agitare bene in un mixing glass con ghiaccio tritato e servire.
Miscelare assieme i componenti, agitare bene e servire con ghiaccio tritato. Importante: non variare l'ordine degli ingredienti.
Mettere tutti gli ingredienti in uno shaker con cubetti di ghiaccio, shakerare bene e filtrare in una coppetta da cocktail.
Barracuda | |
---|---|
Nazione | Italia |
Periodo | Anni 1960 |
Ideatore | Benito Cuppari |
Bicchiere | Coppa Margarita |
Base primaria | Rum |
Tecnica di miscelazione | Shakerato |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Classe | French-italian |
Stile | Sparkling |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Il Barracuda è un cocktail a base di rum ambrato, Liquore Galliano e Prosecco. È un cocktail ufficiale IBA dal 2011.
Il cocktail è stato ideato alla fine degli anni 1960 dal genovese Benito Cuppari, all'epoca capo bartender della nave Michelangelo, in occasione di una competizione vinta a St. Vincent, negli Stati Uniti.[2]
Raffreddare la coppa Margarita con del ghiaccio, nel frattempo riempire di ghiaccio lo shaker e versare al suo interno il rum, il Galliano, il succo d'ananas e il succo di lime. Shakerare il tutto, quindi versare nel bicchiere dopo aver tolto il ghiaccio. Colmare con il Prosecco.
Bellini | |
---|---|
Nazione | Italia |
Anno | 1948 |
Ideatore | Giuseppe Cipriani |
Locale | Harry's Bar |
Bicchiere | Flûte |
Base primaria | prosecco |
Decorazione | Fetta di pesca |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Classe | Italian |
Stile | Sparkling |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1990 |
Il Bellini[1] è un cocktail ufficiale IBA appartenente alla categoria degli sparkling, che significa 'frizzante', a base di vino bianco frizzante, usualmente del prosecco o dello spumante brut, e polpa fresca schiacciata di pesca bianca. È internazionalmente uno dei più noti cocktail italiani.
Il Bellini è stato inventato nel 1948[2] da Giuseppe Cipriani, capo barista dell'Harry's Bar di Venezia che intitolò il cocktail al pittore veneziano per via del suo colore rosato che ricordò a Cipriani il colore della toga di un santo in un dipinto di Giovanni Bellini (il Giambellino). Il drink divenne una specialità stagionale dell'Harry's Bar di Venezia, uno dei locali preferiti da Ernest Hemingway, Gianni Agnelli, Sinclair Lewis e Orson Welles.[3] In seguito divenne molto popolare anche nella sede dell'Harry's Bar di New York. Dopo che un imprenditore francese instaurò una rotta commerciale per trasportare polpa di pesche bianche fra le due località, il cocktail divenne un classico oggi diffuso nei bar di tutto il mondo.
Il successo del Bellini indusse Cipriani a ulteriori contaminazioni[verbo inappropriato] tra pittura italiana ed enogastronomia con l'invenzione, nel 1950, del Carpaccio, pietanza consistente in fettine sottilissime di controfiletto di manzo crudo disposte su un piatto e decorate alla Kandinsky con una salsa che viene chiamata universale, così chiamato poiché a Cipriani il colore della carne cruda ricordava i colori intensi dei quadri del pittore Vittore Carpaccio, delle cui opere si teneva in quel periodo una mostra nel Palazzo Ducale di Venezia.[4][5]
La ricetta originale vuole l'utilizzo di polpa e succo di pesca bianca della varietà "lavaroni" (pesca bianca con venature rosse più evidenti in prossimità del nocciolo così chiamata a causa della forma del loro epicarpo che somiglia a delle labbra umane), schiacciata e non frullata, mescolata lentamente al prosecco per non provocarne una perdita eccessiva di gas, il tutto servito in un flûte.
Per via della difficile reperibilità delle pesche bianche e del Prosecco in alcune zone del mondo, esistono numerose varianti. Se si usa lo Champagne viene chiamato Bellini Royal, alcuni però sostengono che lo champagne non sia il massimo accoppiato al gusto delicato delle pesche bianche del Bellini.[6] Per realizzare cocktail simili in versione non alcolica si usano succhi frizzanti o soda al posto del vino.[7] Il Mimosa con spremuta d'arancia fresca e il Tintoretto, tipico delle zone limitrofe di Venezia, con il succo di melagrana.
Il Bellini è uno dei cocktail ufficiali dell'Associazione Internazionale Bartender. Ciò indica la sua popolarità ed il fatto che sia noto a molti baristi.
«Io credo che la crescita della fama del cocktail Bellini sia strettamente legata alla notevole crescita delle catene di ristoranti italiani, specialmente Olive Garden, visto che i ristoranti italiani sono i luoghi dove questo cocktail è stato diffuso e promosso.» |
(Jack Robertiello, editor del magazine Cheers) |
Il Between the sheets è un cocktail alcolico.
Mettete il brandy, il rum bianco, il triple sec e il succo di limone nello shaker con ghiaccio tritato. Shekerare energicamente, quindi filtrate nella coppetta cocktail ghiacciata.
La versione originale di questo cocktail (3/10 Brandy, 3/10 Rum bianco, 3/10 Cointreau, un cucchiaino di succo di limone) è, secondo alcuni, liquorosa e abbastanza pesante.
Black Russian | |
---|---|
Bicchiere | Old fashioned |
Base primaria | Vodka |
Tecnica di miscelazione | Stirred |
Capacità | Medium drink |
Momento del consumo | After dinner |
Classe | Duo cocktail |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1986 |
Il Black Russian è un cocktail dolce a base di vodka, servito dopo cena. È un cocktail riconosciuto IBA, che riconosce anche la variante (con aggiunta di panna) White Russian.
Il Black Russian nacque nel 1949 dalla creatività di Gustave Tops, barman dell'hotel Metropole di Bruxelles. Il cocktail fu preparato per l'ambasciatore americano in Lussemburgo Pearl Mesta[2].
Versare gli ingredienti all'interno di un bicchiere old fashioned riempito con cubetti di ghiaccio. Mescolare delicatamente con un cucchiaio da bar.
Bloody Mary | |
---|---|
Base primaria | Vodka |
Il Bloody Mary è un cocktail a base di vodka, succo di pomodoro e spezie piccanti od aromi come la salsa Worcestershire, il tabasco, il consommé (o, in alternativa, il dado da cucina), il cren, il sedano, il sale, il pepe nero, il pepe di Caienna e il succo di limone.
Il Bloody Mary è stato quasi certamente creato da George Jessel attorno al 1939. Lucius Beebe, nella sua colonna scandalistica "This New York" (New York Herald Tribune, 2 dicembre 1939, pagina 9), pubblicò quello che si ritiene sia il primo riferimento a questo drink, assieme alla ricetta originale: "Il nuovo tonico di George Jessel, che sta ricevendo attenzione dagli editorialisti della città, è chiamato Bloody Mary: metà succo di pomodoro, metà vodka."
Il francese Fernand Petiot corrobora la tesi per cui George Jessel inventò il drink e il nome, e che egli (Petiot) aggiunse semplicemente le spezie alla semplice bevanda composta da vodka e succo di pomodoro. Dal New Yorker Magazine del luglio 1964:
"Io ho dato il via al Bloody Mary odierno," ci dice. "George Jessel disse di averlo creato, ma non era altro che vodka e succo di pomodoro quando lo rilevai. Io copro il fondo dello shaker con quattro grosse prese di sale, due di pepe nero, due di pepe di Caienna e uno strato di salsa Worcestershire; Quindi aggiungo una spruzzata di succo di limone e del ghiaccio tritato, verso due once di vodka e due di spesso succo di pomodoro, scuoto, filtro e verso. Noi serviamo da cento a centocinquanta Bloody Marys al giorno, qui nella King Cole Room e negli altri ristoranti e sale per banchetti."
Per quanto riguarda il nome invece, alcune tesi lo collegano a Maria la sanguinaria, altre invece cambierebbero la data di nascita agli anni 30 in un bar di Chicago, il Bloody Buck, dove lavorava una certa Mary.[1]
L'epiteto "Bloody Mary" viene associato a diversi personaggi femminili, storici o fittizi, soprattutto la regina Maria I d'Inghilterra (si veda Bloody Mary per le altre). Altre ispirazioni per il cocktail possono essere state la star hollywoodiana Mary Pickford (alla quale in precedenza venne dedicato un cocktail omonimo), un'amica del barman sempre in ritardo oppure un bar di Chicago.[2]
Nel 1934 il cocktail veniva chiamato "Red Snapper" al St. Regis Hotel, dove all'epoca lavorava Petiot. Fu li che al drink venne aggiunto il tabasco e il nome "Bloody Mary" divenne popolare. Negli anni 60 del secolo scorso divenne popolare servire il cocktail con il sedano per via di un ospite della "Pump Room" dell'Ambassador East Hotel di Chicago.
Il Bloody Mary, e l'analcolico Virgin Mary, sono serviti spesso di mattina, (così come il Mimosa e lo Screwdriver), anche se sono molto popolari anche per l'aperitivo serale.
Mentre non sono necessari virtuosismi particolari per creare un cocktail a base di vodka e succo di pomodoro, alcune versioni più elaborate sono divenute marchi di fabbrica dei barman che le hanno create. Una decorazione comune è l'aggiunta di un gambo di sedano, se il cocktail è servito in un tumbler alto, spesso adagiato sul ghiaccio.
Può essere shakerato vigorosamente o mescolato lentamente, il risultato sarà lo stesso. La tecnica consigliata per poter effettuare poca diluizione ma molto raffreddamento e miscelazione nel cocktail è la tecnica di throwing[4]. Decorazione con un stecchino di sedano; preparare anche degli spiedini con qualche oliva, della giardiniera, qualche carota, funghi, o altra verdura; o anche carne (salame, gamberetti, ecc.) e formaggio (vd. immagini). A volte può essere guarnito anche con asparagi sottaceto.
Bramble | |
---|---|
Nazione | Regno Unito |
Anno | 1984 |
Ideatore | Dick Bradsell |
Locale | Fred's Club |
Bicchiere | Old fashioned |
Base primaria | Gin |
Decorazione | Mora, fetta di limone |
Tecnica di miscelazione | Build |
Capacità | Medium drink |
Momento del consumo | Anytime |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Il Bramble è un cocktail a base di gin creato negli anni 1980 da Dick Bradsell.[1] È un cocktail ufficiale IBA dal 2011.
La ricetta ufficiale IBA del 2011 prevede i seguenti ingredienti:[2]
Preparare il bicchiere Old fashioned riempiendolo di ghiaccio tritato, quindi inserire il gin, lo sciroppo di zucchero e il succo di limone. Mescolare il tutto, dopodiché versare con moto circolare il liquore alle more sopra il cocktail. Concludere il cocktail decorando con una fetta di limone e due more.[2]
Il Bramble è stato ideato a Londra nel 1984 da un barista di nome Dick Bradsell.[1] A quel tempo Bradsell lavorava presso un locale di Soho chiamato Fred's Club, e nell'ideare il cocktail fu ispirato dalle sue esperienze d'infanzia, in cui era solito raccogliere le more nell'isola di Wight.[3]
Il nome del cocktail deriva dal fatto che la parola brambles, in inglese, indica proprio i cespugli di more
B52 | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Periodo | Fine anni 1970 |
Ideatore | Incerto |
Bicchiere | Cicchetto |
Base primaria | |
Tecnica di miscelazione | Layer |
Capacità | Shot |
Momento del consumo | After dinner |
Classe | Pousse-caffè |
Famiglia | B50's |
Il B-52 è un cocktail nato negli U.S.A. composto principalmente da Kahlúa, crema di whiskey e Grand Marnier. La sua preparazione prevede una tecnica a strati, per cui data la diversa densità degli ingredienti, essi tendono a restare separati invece di mischiarsi. Viene servito in una coppetta Martini, e presenta numerose varianti, come lo shot, oppure infiammato anche se quest'ultimo non è accettato come costruzione professionale.
Il nome si riferisce al bombardiere a lungo raggio Boeing B-52 Stratofortress prodotto dalla Boeing in servizio per la Air Force degli Stati Uniti (USAF), che è stato usato nella Guerra del Vietnam per sganciare le bombe incendiarie al Napalm (ed è probabilmente da ciò che è nata la versione infiammabile).
La sua origine è abbastanza incerta, certuni sostengono che sia stato creato nel ristorante "Alice's" a Malibù, in California, certi altri invece sostengono che sia nato nella "Keg Steakhouse" a Calgary, in Canada, nel 1977.[1] Alcune voci, inoltre, sostengono che fu creato da Adam Honigman, un barman al Maxwell's Plum Bar di New York City, verso la fine degli anni settanta oppure i primi anni ottanta. La sua popolarità alquanto diffusa ha creato molte varianti, elencate nella sezione omonima sotto. Tutte insieme, questi cocktail sono considerati la Serie B-50.
Sebbene esistano macchine (dal funzionamento spesso scenografico) per la preparazione automatica di questo cocktail, un abile barman riesce a prepararlo senza difficoltà. Cocktail di questo genere, con suddivisione orizzontale, vengono definiti layer, inoltre la loro preparazione è detta costruzione, essendo essa opposta allo shakerare o al mescolare.
Per primo si versa nel bicchierino il liquore al caffè (per esempio Tia Maria o Kahlúa), successivamente si versa la crema di whiskey molto lentamente facendola scorrere sul retro di un cucchiaio da cocktail (quelli col manico molto lungo) prestando attenzione al disturbare il meno possibile lo strato inferiore versando quello superiore. Allo stesso modo, sempre con molta attenzione, si versa il Grand Marnier sopra il tutto.
Per un effetto più coreografico va bevuto infiammato: basta dare fuoco al Grand Marnier con un accendino ed in pochi secondi prenderà fuoco; alcuni sostituiscono il Grand Marnier con altri distillati o liquori di gradazione superiore o aggiungono alcol etilico puro, ma non è necessario, oltre che deleterio, in quanto esso ha un gusto molto pungente. Un trucco è quello di riscaldare preventivamente il Grand Marnier, oppure di versarne un po' in un cucchiaio, accenderlo e poi versarlo con delicatezza nel bicchiere. Una volta acceso va bevuto con la cannuccia tutto d'un fiato per evitare che essa prenda fuoco: difatti, aspirando, il liquido la raffredda. Lasciando il bicchiere acceso, le fiamme non passeranno mai negli strati inferiori in quanto, esaurita la parte superficiale di alcol, esse si spegneranno da sole e gli strati di liquore, sottostanti al Grand Marnier, rimarranno sempre freddi.
Casino | |
---|---|
Base primaria | Gin |
Il Casino è un all day cocktail a base di gin, maraschino e orange bitters. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
Prendere una coppetta da cocktail e riempirla di ghiaccio. In un secondo bicchiere aggiungere 4 cl di Old Tom Gin, 1 cl di maraschino, 1 cl di orange bitters e 1 cl di succo di limone fresco, poi versare il tutto in uno shaker riempito di ghiaccio ed agitare. Versare nella coppetta da cocktail da cui è stato rimosso il ghiaccio. Guarnire con una ciliegia al maraschino. Servire senza cannuccia.
La caipirinha è un cocktail tipicamente brasiliano, a base di cachaça, lime, zucchero di canna (bianco) e ghiaccio. In Brasile è servita nella maggior parte dei ristoranti ed è considerata una bevanda caratteristica del paese.
Il suo nome deriva dal diminutivo della parola brasiliana caipira, che viene usato per designare gli abitanti delle zone rurali e remote dello stato.
Ingredienti:
Strumenti di preparazione:
Preparazione del cocktail:
La vera caipirinha brasiliana, protetta da doc, va shakerata dopo aver pestato il lime con lo zucchero BIANCO, il ghiaccio a cubi e non granita. In Brasile, viene fatta sulla spiaggia direttamente nei contenitori di plastica dove viene pestato il lime e poi servita con il ghiaccio da shakerata direttamente nel bicchiere
Esistono molti cocktail derivanti dalla Caipirinha, in cui la cachaça viene sostituita con altri alcolici:
Clover Club | |
---|---|
Base primaria | Gin |
Il Clover Club è un all day cocktail a base di gin e sciroppo di lampone. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
Il Cover Club nasce nei primi del Novecento a Philadelphia, dove letterati, avvocati e professionisti dell’economia e della finanza erano soliti incontrarsi. Il luogo d’eccellenza era il bar dell’hotel Bellevue-Stratford, club riservato inizialmente ai soli uomini. In un famoso manuale del 1908 viene inserito tra le novità americane nel mondo della miscelazione, nel 1961 questo accattivante night-time drink entra nel primo ricettario IBA per arrivare al 2011 dove il Clover Club viene inserito nel quinto ricettario nella categoria Unforgettables. Da qui l’esportazione del drink nella Grande Mela e poi nel resto del mondo.
Versare nello shaker riempito di ghiaccio 4,5 cl di gin, 1,5 cl di succo di lampone e 1,5 cl di succo di limone fresco. Completare aggiungendo qualche goccia di albume d'uovo. Agitare bene il tutto. Filtrare il contenuto in una coppetta da cocktail precedentemente raffreddata. Servire senza cannuccia.
Cocktail champagne | |
---|---|
Base primaria | Champagne |
Il cocktail champagne nacque negli anni '30, sembra, da una gara tra giornalisti, della quale risultò vincitore un tale Dougherty.
Si prepara direttamente in una coppa
adagiando in fondo una zolletta di zucchero con due gocce di Angostura bitter, poi il brandy e lo Champagne. Si guarnisce con una fetta d'arancia e una ciliegina al maraschino.
Cosmopolitan | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Periodo | Anni '70/'80 |
Ideatore | Incerto |
Locale | Incerto |
Bicchiere | Doppia coppetta |
Base primaria | Vodka |
Decorazione | Fetta di Lime o ricciolo di scorza d'arancia |
Tecnica di miscelazione | Shake & Strain |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Anytime |
Classe | Highball |
Famiglia | Cape Codder |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2004 |
Il Cosmopolitan (chiamato anche informalmente Cosmo) è un cocktail alcolico internazionale a base di vodka riconosciuto ufficialmente dalla International Bartenders Association.
Fa parte della famiglia dei Cape Codder ed è inserito nella categoria IBA dei "Contemporary Classics" nel ricettario ufficiale aggiornato al 2011.
La storia del cocktail ha delle radici piuttosto vaghe. La prima apparizione del nome "cosmopolitan" risale al 1927[1], quando il barista scozzese Harry MacElhone nomina "Cosmopolitan" un cocktail a base di whisky, vermouth, punch svedese e vodka[2]. Nel 1934[3] fu descritta una versione molto più simile all'attuale, che prevedeva però l'uso di gin, triple sec, sciroppo di lampone e limone[4].
Con la creazione del Cape Codder nel 1968, negli anni settanta vi furono molte ricette che potevano ricordare la composizione attuale; in particolare Neal Murray, barista alla steak house "Cork & Cleaver" di Minneapolis, affermò di aver voluto modificare un Kamikaze. Secondo questa tesi il nome deriverebbe dall'esclamazione fatta assaggiandolo "How cosmopolitan"[5]. Un'altra leggenda vuole invece che sia stato John Caine, barista a Provincetown[6] a crearlo. Fu intorno alla metà degli anni ottanta che ricette di cocktail simili iniziarono a diventare noti. La storia più comune indica Cheryl Cook, barista del ristorante "The Strand" di South Beach, come inventrice. Cheryl dichiarò che:
«Era circa il 1985-86; il Martini stava tornando di moda, con il suo bicchiere classico. Alle donne non sembrava piacesse molto il cocktail [...], ma piuttosto piaceva essere visti con il bicchiere Martini in mano. Ciò mi diede l'idea di creare un cocktail che potesse piacere a chiunque ma che stesse bene in questo bicchiere classico[...]. Il mio distributore mi portò un nuovo prodotto della Absolut, l'Absolut Citron[7]. Mi disse di creare qualcosa. Io amo le sfide e volevo creare un nuovo drink per il bicchiere martini, così presi gli ingredienti, Absolut Citron, una dose di triple sec, una goccia di Rose's Lime e abbastanza cranberry per renderlo così deliziosamente rosa [...][8].Servii il mio primo Cosmopolitan a Christina Solopuerto[9] la notte in cui ricevetti la mia prima bottiglia di Absolut Citron [...]. Entro 30 minuti tutto il bar avevaun Cosmo davanti a sè, in 45 minuti l'intero ristorante ne aveva uno[10].» |
Il nome deriverebbe dal magazine Cosmopolitan che aveva dedicato un articolo alla proprietaria del ristorante[10]. Toby Cecchini dell "Odeon" di Tribeca afferma di aver creato il cosmopolitan nel 1987 prendendo spunto da un drink che faceva una sua collega, Melissa "Mesa" Huffsmith, quando era al "Life" di San Francisco, che prevedeva vodka, Rose's lime e granatina. Cecchini sostitui la vodka con vodka al limone e mise il lime fresco[10]. Dale DeGroff del "Rainbow Room" al Rockefeller Center dichiara invece di aver preso spunto da un cocktail assaggiato al "Fog City Diner" di San Francisco, e di aver inventato lui la decorazione con la scorza di arancia[11].
La composizione, secondo la ricetta ufficiale IBA [5], è la seguente:
In un cosmopolitan vi sono all’incirca 20 ml di etanolo puro.
Miscelare tutti gli ingredienti nello shaker con ghiaccio a cubi, agitando bene, filtrare in una doppia coppa cocktail precedentemente raffreddata. Guarnire con una fettina di lime.
Il cosmopolitan è una cocktail rosso-rosato limpido, fruttato, leggermente esperidato, facente parte della famiglia dei Cape Codder[12]. È una variante dal tenore alcolico più deciso (intorno ai 21,5°)[13], ma il sentore alcolico è smorzato dal sapore del cocktail, che deve essere equilibrato fra le note fruttate e quelle aspre degli ingredienti[14].
Il cocktail è uno dei drink più famosi del mondo, soprattutto per il consumo fra gli anni novanta e Duemila da parte di molte celebrità Americane ed europee[15] comunque
è diventato famoso nel 1996 quando Madonna fu fotografata al Rainbow Room con un
bicchiere di Cosmopolitan in mano[16].
Il cocktail acquisisce la fama definitiva nel 1998 attraverso la serie televisiva Sex and the
City in cui Carrie Bradshaw, una delle protagoniste, ordina spesso un Grey Goose Cosmopolitan.
Anche nella serie televisiva "Queer as Folk USA" uno dei protagonisti, Emmett, ordina sempre e solo un "cosmo".
Il cosmopolitan viene solitamente preparato con vodka semplice anziché vodka citron. Può essere chiamato in associazione a nomi commerciali che ne definiscono l'uso di una particolare marca nella sua composizione, per esempio Absolut cosmo o Cointreaupolitan. Diverse ricette utilizzano differenti quantità o metodi di preparazione. Alcune varianti invece differiscono per l'uso di alcuni ingredienti diversi.
Cuba libre | |
---|---|
Nazione | Cuba |
Periodo | Primi anni del XX secolo |
Ideatore | Incerto |
Locale | Incerto |
Bicchiere | Highball |
Base primaria | Rum |
Decorazione | Fetta di lime |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Long drink |
Momento del consumo | Anytime |
Classe | Highball |
Stile | Cola drink |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2004 |
Il Cuba libre è un cocktail ufficiale IBA, appartenente alla categoria dei long drinks a base di rum bianco, cola e lime. Simile al rum & cola, i due termini vengono spesso utilizzati in modo intercambiabile, sebbene indichino due cocktail differenti.
L'origine del cocktail è piuttosto incerta. L'ipotesi più comunemente accreditata afferma che il Cuba Libre Nacque tra il 1900 e il 1902 a L'Avana, durante la Guerra ispano-americana e la conquista dell'indipendenza di Cuba dalla Spagna con l'aiuto degli Stati Uniti. I soldati cubani e statunitensi erano soliti mescolare la cola, importata a Cuba per la prima volta proprio in quegli anni, con il rum. Varie le supposizioni sul nome dell'inventore: alcune fonti fanno risalire la ricetta ad un soldato, chiamato col nome di copertura John Doe, che ordinò all'American Bar di Calle Nettuno, un bar aperto da due americani nella capitale cubana, "Coca Cola americana, rum cubano in un bicchiere pieno di ghiaccio e una spruzzata di lime", brindando successivamente ¡Por Cuba libre! (per Cuba libera), il grido di battaglia dei guerriglieri; secondo una deposizione del 1965 di Fausto Rodriguez, un messaggero dell'esercito cubano, il soldato sarebbe il capitano Russel dei corpi di comunicazione americani. Un'altra teoria propone che fu un barista cubano a mescolare la Coca Cola (prodotto tipico statunitense) al rum (prodotto tipico cubano) per unire simbolicamente le due nazioni. Altre ipotesi fanno derivare il Cuba libre dal Daiquiri allungato con la cola, ricetta in seguito semplificata secondo l'uso attuale, o propongono l'origine del nome dalla testata del giornale rivoluzionario "Cuba Libre" fondato nel 1928 da Julio Antonio Mella.
Secondo la International Bartender Association[1], il Cuba libre ha la seguente composizione:
Servire in un bicchiere highball con ghiaccio, guarnire con una fetta di lime.
Alcuni baristi ritengono apprezzabile l'aggiunta di 1 o 2 gocce di angostura prima della miscelazione; se invece si aggiungono o sostituiscono ad uno dei due componenti originali altri ingredienti si ottengono queste varianti:
Daiquiri | |
---|---|
Nazione | Cuba |
Anno | 1914 |
Ideatore | Constantino Ribalaigua Vert |
Locale | Floridita |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Rum |
Tecnica di miscelazione | Shake and strain |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Classe | Sour |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1961 |
Il daiquiri è un cocktail da aperitivo di tipo sour di origini caraibiche a base di rum bianco, succo di lime e sciroppo di zucchero, servito in coppetta da cocktail.
È un cocktail riconosciuto ufficialmente dall'IBA,[1] assieme alle sue variante Hemingway Special, una particolare versione creata per il famoso scrittore, che era un grande estimatore del Daiquiri.
Già in voga negli USA ai primi del Novecento, le sue origini vengono fatte risalire al 1898 quando vi fu la guerra tra Stati Uniti e Spagna, dopo l'affondamento della nave Maine nel porto dell'Avana. Secondo gli storiografi un marine sbarcò in un piccolo villaggio nei pressi di Santiago di Cuba, precisamente a Daiquiri. Qui per placare la sete entrò in una baracca che fungeva da mescita. Rifiutandosi di bere rum liscio, lo fece allungare con succo di lime e poi lo corresse ulteriormente con un po' di zucchero.[2]
Un'altra leggenda, sposta la sua data di nascita nel 1905, pochi anni più tardi, quando alcuni ingegneri americani impegnati nei lavori in una miniera lo inventarono e gli diedero il nome della spiaggia cubana Daiquiri. Successe che l'ingegnere Pagliuchi visitò una miniera di ferro ad est di Cuba chiamata Daiquiri. Qui fece domande all'ingegnere americano Jennings S. Cox sul funzionamento della miniera per poterne esplorare altre. Alla fine della giornata, Pagliuchi propose di bere qualcosa. La leggenda narra che Cox avesse a disposizione solo rum, lime e zucchero. Miscelarono gli ingredienti in uno shaker con ghiaccio e Pagliuchi fece: "Come si chiama questo cocktail?". "Non ha un nome...potrebbe essere un rum sour", rispose Cox. Pagliuchi concluse: "Questo nome non è degno di un cocktail così fine e delizioso come il nostro. Lo chiameremo Daiquiri".[2]
Fu probabilmente Constantino Ribalaigua Vert, mentre lavorava come barman al bar El Floridita, a rendere famoso questo cocktail nella sua composizione attuale col nome de La Cuna del Daiquiri.[2]
Preparare nello shaker e servire in coppetta da cocktail attraverso uno strainer.[1]
Il Daiquiri è celebre per essere stato uno dei preferiti dallo scrittore Ernest Hemingway, assieme al mojito ("My mojito at La Bodeguita, my daiquiri at El Floridita"), viene anche ripetutamente citato nel film "Il Nostro Agente all'Avana" (1958), tratto dall'omonimo romanzo di Graham Greene. Viene citato inoltre in "Improvvisamente l'estate scorsa" (film del 1959, diretto da Joseph L. Mankiewicz) da Katharine Hepburn che lo offre a Montgomery Clift. Un Daiquiri è uno degli elementi chiave nel giallo Assassinio allo specchio di Guy Hamilton, dal romanzo di Agatha Christie. Viene anche citato nel Padrino - parte II, quando Fredo lo ordina mentre è a colloquio con il fratello Mike.
Dark 'n' Stormy | |
---|---|
Nazione | Bermuda |
Periodo | Dopo la fine della prima guerra mondiale |
Ideatore | Famiglia Gosling |
Bicchiere | Highball |
Base primaria | |
Decorazione | Fetta di lime |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Long drink |
Famiglia | Mule |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Il Dark 'n' Stormy è un cocktail preparato con rum scuro (dark rum, in inglese) e ginger beer (da cui l'aggettivo stormy, "burrascoso"), a cui a volte viene aggiunto succo di lime.[1][2]
È l'unico drink il cui è nome è un marchio registrato,[3] appartenente alla Gosling Brothers Ltd, un'azienda produttrice di rum, che dichiara di averlo inventato nell'arcipelago di Bermuda poco dopo la prima guerra mondiale.[4] Dal 2011 è un cocktail ufficiale IBA.
Negli Stati Uniti d'America, "Dark 'n' Stormy" è un marchio registrato dell'azienda di Bermuda Gosling Brothers Ltd dal 1991.[6][7] Gosling Brothers ha registrato il marchio per impedire che venisse venduto un cocktail sotto il nome "Dark 'N Stormy" a meno che non contenesse il rum prodotto dall'azienda, il Gosling Black Seal.[7]
Il nome registrato da Gosling Brothers possiede un solo apostrofo ('N), mentre la versione proposta dall'International Bartenders Association utilizza due apostrofi nel nome ('n').[5] A causa del rischio di contenzioso con il prodotto commercializzato da Gosling Brothers, alcuni autori utilizzano variazioni sul nome del prodotto per riferirsi a cocktail simili, ad esempio "Safe Harbor".[2]
Secondo la ricetta ufficiale IBA del 2011, la ricetta del cocktail prevede i seguenti ingredienti:[5]
Riempire un bicchiere di tipo highball con ghiaccio e versare il ginger beer, dopodiché aggiungere il rum con tecnica floating per creare il classico effetto layers. Decorare con una fetta di lime.
Derby | |
---|---|
Base primaria | Gin |
Il Derby è un all day cocktail a base di gin, peach bitters e menta. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
Riempire di ghiaccio una coppetta da cocktail e un mixing glass. Aggiungere nel mixing glass 6 cl di gin e 2 gocce di peach bitters, poi mescolare bene. Filtrare il contenuto del mixing glass nella coppetta da cocktail una volta rimosso il ghiaccio in essa. Guarnire con due foglioline di menta. Servire senza cannuccia.
Dirty Martini | |
---|---|
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Vodka |
Decorazione | Oliva verde |
Tecnica di miscelazione | Mixing & straining |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Stile | Martini |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Il Dirty Martini è un cocktail a base di vodka, vermut secco e olive in salamoia. È un cocktail ufficiale IBA dal 2011.
La ricetta ufficiale IBA del 2011 prevede i seguenti ingredienti:[1]
Raffreddare una coppa Martini con del ghiaccio, dopodiché mescolare tutti gli ingredienti in un mixing-glass riempito di ghiaccio. Versare il cocktail nella coppetta con uno strainer e decorare con una o più olive verdi.
Dry Martini | |
---|---|
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Gin |
Decorazione | Oliva o twist di limone |
Tecnica di miscelazione | Mixing & straining |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Classe | French-italian |
Stile | Martinis |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1961 |
Il Martini o Martini Dry è un cocktail pre-dinner e post-dinner a base di gin e vermut dry. È un cocktail ufficiale della IBA, con il nome Dry Martini.
La nuova ricetta IBA del 2011 prevede la seguente ricetta:[1]
Riempire una coppa Martini di ghiaccio per raffreddarla, riempire un mixing glass di ghiaccio e versare tutti gli ingredienti al suo interno, quindi mescolare bene. Scolare il ghiaccio dalla coppa Martini e versare il cocktail, filtrandolo dal ghiaccio con lo strainer. Guarnire con un'oliva oppure spremere una scorza di limone sulla superficie del Martini e inserirla nel bicchiere.[1]
L'origine del nome è dibattuta. Alcuni sostengono che sia il nome del barista italiano, di Arma di Taggia[2] che per primo, nella New York del 1912, l'avrebbe preparato per John D. Rockefeller. Altri suppongono che derivi dal cocktail di Jerry Thomas (detto the professor) il Martinez (1850), secondo altri ancora il Martinez fu trasformato in Martini da Julio Richelieu nel 1870, altri infine dicono sia legato alla Martini & Rossi.
Esistono diverse varianti del Martini, come lo Sweet Martini, il Martini Perfect ed il Medium Martini, oltre al Martini Vodka, la cui variante è il Vesper cocktail, divenuto celebre poiché cocktail preferito da James Bond. Il Martini Dry faceva parte delle 6 ricette fondamentali del "The Fine Art of Mixing Drinks" di David A. Embury, del 1948.
La ricetta proposta da Embury era la seguente:
Una versione molto secca è rappresentata dal Martini Hemingway, che prende il nome proprio dal famoso scrittore e si prepara mescolando Martini dry (1 parte) nel mixing glass con ghiaccio, quindi buttare via il Martini e mescolare alla stessa maniera 12 parti di gin e 1 di Vermouth. Chiamato anche “Montgomery” dal nome del generale che indicava questa ratio non solo per il martini, ma anche come proporzione tra i suoi soldati e quelli nemici durante le battaglie.
Espresso Martini | |
---|---|
Nazione | Regno Unito |
Anno | 1983 |
Ideatore | Dick Bradsell |
Locale | Freds Club |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Vodka |
Decorazione | Tre chicchi di caffè |
Tecnica di miscelazione | Mixing & straining |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | After-dinner |
Stile | Martini |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
L'Espresso Martini è un cocktail a base di vodka e servito in una coppa Martini, da cui il nome, con l'aggiunta di caffè espresso e liquore di caffè. È un cocktail ufficiale IBA dal 2011.
Secondo l'ipotesi più accreditata, il cocktail è stato inventato da Dick Bradsell durante gli anni 1980, mentre lavorava al Freds Club di Londra.[2][3] In un'intervista, Bradsell ha raccontato di aver preparato il cocktail per la prima volta per una cliente che gli aveva chiesto: «Puoi farmi qualcosa che mi faccia svegliare un po' e che poi mi fotta il cervello?»[4]
La ricetta ufficiale IBA del 2011 prevede i seguenti ingredienti:[1]
Raffreddare la coppetta da cocktail riempiendola con dei cubetti di ghiaccio. Shakerare gli ingredienti, dopodiché versare il cocktail nella coppetta, dopo aver rimosso il ghiaccio. Decorare ponendo tre chicchi di caffè in superficie.
Si prepara direttamente in un bicchiere tipo old fashioned con ghiaccio. Una volta versati gli ingredienti, mescolare delicatamente.
French Martini | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Periodo | Anni 1980 |
Locale | Uno dei locali di Keith McNally |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Vodka |
Tecnica di miscelazione | Shake&Strain |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Il French Martini è un cocktail a base di vodka e succo di lampone. È un cocktail ufficiale IBA dal 2011
Il French Martini è nato verso la fine degli anni 1980 in uno dei bar di New York del ristoratore Keith McNally.[2][3] Il nome Martini, benché il cocktail non contenesse vermut, negli anni 1980-1990 veniva utilizzato per indicare qualunque cocktail venisse servito in una coppetta; l'indicazione French (in italiano, "francese") deriva invece dal fatto che il cocktail viene generalmente preparato con Chambord, un liquore di lampone nero realizzato in Francia a partire dal 1685.[2][3][4]
La ricetta IBA del 2011 prevede l'utilizzo dei seguenti ingredienti:[1]
Riempire una coppetta da cocktail con cubetti di ghiaccio per raffreddarla, quindi riempire uno shaker di ghiaccio e versare tutti gli ingredienti al suo interno. Shakerare il tutto, dopodiché versare il cocktail nella coppetta utilizzando lo strainer. Strizzare una buccia di limone per aromatizzare il cocktail con gli oli essenziali.
Nello shaker versare 3 cl di gin, 1,5 cl di succo di limone e due gocce di sciroppo di zucchero. Agitare e filtrare in una flûte. Completare aggiungendo 6 cl di champagne. Mescolare delicatamente.
Gin Fizz
Il Gin Fizz è un cocktail, un long drink a base di gin e soda. È alcolico generalmente al 15%. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
Il gin fizz nasce nella seconda metà dell’800, ma la grande diffusione si ebbe solo a partire dagli anni 20 del 900.
Ancora una volta dobbiamo scomodare il buon vecchio Jerry Thomas per cercare di capire come e dove nascono i fizzies, il nostro caro “professore” ci ha lasciato in eredità il suo libro, più volte modificato e riedito, “il manuale del vero gaudente, ovvero, il grande libro dei cocktail”, dove compare per la prima volta il gin fizz nell’edizione del 1876, ma non nella prima edizione, quella del 1862.
Possiamo verificare dai suoi scritti che il luminare preparava i fizz agitati e serviti in bicchieri bassi di media grandezza, ma nell’edizione successiva (1887 n.d.r.), il drink subisce una variazione nella tecnica di preparazione e viene creato direttamente nel bicchiere ed allungato con soda del sifone, guarnito con un peel di limone strizzandone gli olii essenziali dentro al drink.
Ecco che da questo momento nasce il gin fizz come pochi lo conoscono oggi, ma come si dovrebbe preparare davvero ed il motivo è da ricercare nelle condizioni sociali e nelle esigenze degli avventori del tempo…
Siamo negli anni in cui le giornate venivano scandite dal ritmo del lavoro delle fabbriche, dove le famiglie cominciavano ad avere una routine giornaliera precisa e rigorosa; la giornata lavorativa cominciava la mattina di buon’ora, una veloce pausa per consumare un pasto, più o meno caldo, poi di nuovo al lavoro fino all’imbrunire, erano gli anni della seconda rivoluzione industriale (1870 ca) dove invenzioni e scoperte come elettricità, petrolio, prodotti chimici ecc..avevano rafforzato ancor più quell’accentramento urbano che iniziò nel 1700 con la rivoluzione industriale che tutti conosciamo; Gli operai all'uscita dalle fabbriche tornavano a casa dalle famiglie, trovando ad aspettarli mogli e figli, per essere finalmente tutti assieme per cena….ma, tutto questo non vi ricorda qualcosa?
In effetti non c’è molta differenza dalla routine quotidiana dei giorni nostri, se non fosse per le tipologie di lavoro, per lo sviluppo del terziario prima e dell’era digitale poi, ma le fasi della giornata, ancora oggi, poco si discostano da quelle di allora.
Fatta questa doverosa digressione sulla società del tempo ecco che il parallelismo coi giorni nostri non si ferma alla routine quotidiana, bensì anche a quella del “dopolavoro” era molto simile a quella odierna.
Ok ok il concetto di aperitivo è ancora lontano quasi 100 anni, ma la volontà di rilassarsi qualche istante prima di tornare a casa, scambiare quattro chiacchiere con amici e colleghi e mettere le basi di quell’integrazione sociale che proprio in quegli anni stava nascendo, portava i nostri operai a concedersi una breve sosta presso i locali, i bar e i pub che offrivano agli avventori, stanchi e sporchi, un sorso rinfrescante e rigenerante.
Ed ecco che il gin fizz risponde perfettamente a questa esigenza, è rinfrescante, è un ottimo corroborante grazie al gin e l’acidità del limone gli conferisce una beva fresca ed elegante preparando lo stomaco per la cena. Inoltre Jerry Thomas deve aver notato che la preparazione shakerata ed il servizio con ghiaccio avevano degli svantaggi in termini di tempo ed esigenza finale del cliente; shakerare richiede più tempo che costruire il drink nel bicchiere, inoltre lo raffredda troppo ed il ghiaccio manteneva una temperatura troppo bassa per l’operaio che cercava qualcosa da “scolare” al volo, in pochi istanti, giusto il tempo di un saluto, qualche minuto di chiacchiere e relax e poi dritti a casa per la cena. Ecco perché, a nostro avviso, si è resa necessaria la variazione del drink nell’edizione del 1887. Inoltre dovremmo aprire un discorso legato alla reperibilità e conservazione del ghiaccio in quel periodo; insomma il nostro professore, da grande uomo di mondo e ottimo osservatore deve aver modificato la ricetta e la preparazione dei fizzies proprio in relazione a tutti questi fattori.
Altro discorso è per i collins, drink molto simili ai fizzies, le cui differenze le trovare in un articolo dedicato. Il gin fizz aveva fatto breccia nel fegato dei nostri operai, e la sua concezione di drink, veloce, fresco e dissetante, arrivò fino agli operai di colore (spesso scaricatori di porto) che nel sud degli Stati Uniti cominciarono a creare un vero e proprio ballo ispirato ai movimenti necessari per caricare e scaricare le pesanti casse dalle navi.
Alcuni studiosi pensano che queste movenze avessero radici ben più profonde, derivando da riti propiziatori delle tribù africane da cui i ragazzi di colore discendevano. Il ballo prese il nome di Charleston grazie alla città della Carolina del Sud in cui questi scaricatori di porto operavano. Ma come può il nostro drink essere collegato con uno dei balli più scatenati ed anticonformisti del tempo? È noto come questo ballo richieda movimenti frenetici e scatenati, è una danza scoppiettante e briosa e l’impegno fisico richiesto è notevole. Ecco che una volta diffusosi in maniera capillare nelle grandi città americane i locali (spesso gestiti da gangster) che ospitavano band e ballerine di colore proponevano negli intermezzi tra un balletto e l’altro il gin fizz, ottimo dissetante, fresco, ma non ghiacciato e rinvigorente, facendo recuperare le energie ai ballerini…o perlomeno dopo alcuni gin fizz non facendone sentire la stanchezza. Tutto il tessuto sociale americano, inglese e francese era stato contagiato dal Charleston ed il gin fizz era il compendio migliore che questa moda si portava dietro.[1]
Prendere un bicchiere di tipo highball e riempirlo di cubetti di ghiaccio. Prendere uno shaker e riempirlo a sua volta di cubetti di ghiaccio. Aggiungere in un bicchiere 1 cl (1/3 oz) di sciroppo semplice, 4,5 cl (1,5 oz) di gin e 3 cl (1 oz) di succo di limone fresco. Rimuovere l'acqua in eccesso dallo shaker, versarvi gli ingredienti e agitare. Rimuovere il ghiaccio dall'highball e versarvi la soluzione ottenuta. Completare aggiungendo 8 cl di soda. Guarnire con scorza di limone da riporre all'interno dell'highball e con una rondella di limone sul bicchiere. Servire senza cannuccia.
Prendere un collins, aggiungere 4,5 cl (1,5 oz) di gin, 1,5 cl di succo di limone fresco e 1,5 cl di succo di lime fresco e 3 cl (1 oz) di sciroppo semplice. Aggiungere quindi tre gocce di acqua di fiori d'arancio, quindi un paio di gocce di estratto di vaniglia. Aggiungere 6 cl (2 oz) di panna (heavy cream) e l'albume di un uovo. Mettere tutto in uno shaker senza ghiaccio ed agitare per almeno 3 minuti, poi ripetere l'operazione riempiendolo di ghiaccio. In teoria si dovrebbe agitare per un totale di ben 12 minuti. Versare nel bicchiere collins senza ghiaccio. Aggiungere quindi soda sino all'orlo del bicchiere. Servire con cannuccia.
Godfather è un cocktail a base di Scotch e Amaretto di Saronno che viene preparato direttamente nel tumbler old fashioned con ghiaccio. Le dosi sono di 3,5cl di Scotch e 3,5 cl di Amaretto. Esiste anche la variante con la Vodka al posto dello scotch, che prende il nome di Godmother. Le proporzioni rimangono invariate.
Godmother | |
---|---|
Bicchiere | Old fashioned |
Base primaria | |
Tecnica di miscelazione | Stirring |
Capacità | Medium drink |
Momento del consumo | After-dinner |
Classe | Duo e Trio |
Stile | Gangster |
Famiglia | Triade |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1986 |
Il Godmother è un cocktail preparato con vodka e Amaretto. È una variante del Godfather, in cui la vodka è sostituita dallo Scotch whisky, e assieme ad esso e al French Connection fa parte della cosiddetta famiglia della "Triade".[1] È un cocktail ufficiale IBA dal 1986, con il nome indicato con le due parole separate "God Mother".
La ricetta ufficiale IBA del 2004 prevede i seguenti ingredienti:[2]
Mescolare lentamente tutti gli ingredienti all'interno di un bicchiere Old fashioned pieno di ghiaccio.
Golden dream | |
---|---|
Base primaria |
Introdurre tutti gli ingredienti in uno shaker con ghiaccio. Shakerare energicamente per pochi secondi e servire in un bicchiere di tipo cocktail.
Grasshopper | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria |
|
Tecnica di miscelazione | Shake and strain |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | After dinner |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1961 |
Il Grasshopper è un after dinner cocktail a base di Crème de menthe, Crème de cacao e Crème fraîche, servito in coppetta da cocktail. È un cocktail riconosciuto ufficialmente dall'IBA dal 1961.
Versare gli ingredienti in uno shaker ricolmo di ghiaccio. Shakerare energicamente per diversi secondi e servire attraverso uno strainer in una coppetta da cocktail ben fredda.
Harvey wallbanger | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Base primaria | Vodka |
L'Harvey wallbanger è un cocktail creato negli Stati Uniti negli anni '50. Il nome deriva dal coniglio gigante che nel film Harvey parlava a James Stewart quando sbatteva contro un muro, appunto wallbanger in inglese.
Il cocktail si prepara direttamente in un bicchiere di tipo tumbler. Il tumbler va riempito con ghiaccio, vodka e succo d'arancia secondo le dosi; dopo aver mescolato gli ingredienti si aggiunge il Galliano in superficie. L'Harvey va poi decorato con una fetta d'arancia ed una ciliegina entrambe dentro il bicchiere.
Hemingway Special | |
---|---|
Nazione | Cuba |
Anno | 1869 |
Ideatore | Constantino Ribalaigua Vert |
Locale | Floridita |
Bicchiere | Doppia coppetta da cocktail |
Base primaria | Rum |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Any time |
Classe | Sour |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
L'Hemingway Special (anche noto come Hemingway Daiquiri o Papa doble) è un any time cocktail basato su una variante del Daiquiri nata nel locale Floridita, a L'Avana, e la cui base alcolica è il rum bianco.
Fu uno dei tanti cocktail apprezzati da Ernest Hemingway durante la sua permanenza a L'Avana. È un cocktail ufficiale IBA.
Durante la sua permanenza a Cuba, Ernest Hemingway provò il cocktail di punta del Floridita, il Floridita Daiquiri, e disse: «È buono, ma lo preferisco senza zucchero e rum doppio».[2] Il bartender del Floridita, Constantino Ribalaigua, creò quindi per lui un cocktail che oggi è noto come Hemingway Daiquiri o Papa Doble.[3] La ricetta venne in seguito ulteriormente modificata, aggiungendo succo di pompelmo, e creando la variante oggi nota col nome di Hemingway Special.[2]
Versare tutti gli ingredienti in uno shaker con ghiaccio e shakerare. Versare in una doppia coppetta da cocktail con uno strainer.
Horse's Neck | |
---|---|
Bicchiere | Highball |
Base primaria | Brandy |
Decorazione | Spirale di limone |
Tecnica di miscelazione | Strain |
Famiglia | Long drink |
Il cocktail Horse's Neck è un cocktail a base di brandy e ginger ale. È un cocktail certificato dall'Associazione internazionale Bartenders, nella categoria Contemporary Classics come long drink.
Si prepara direttamente nel bicchiere highball con cubetti di ghiaccio. Si mescola delicatamente e si guarnisce con una spirale di limone. Se richiesto, aggiungere alcune gocce di Angostura Bitter.
Irish coffee | |
---|---|
Nazione | Irlanda |
Anno | 1942 |
Ideatore | Mr. Sheridan |
Locale | Aeroporto di Shannon |
Base primaria | Whisky, caffè e panna |
L'Irish coffee, o caffè irlandese, è un caffè caldo, zuccherato, corretto con Whiskey irlandese e con uno strato di panna sulla superficie.
Viene servito pre-riscaldando il bicchiere, mettendoci il caffè corretto e zuccherato ed aggiungendovi per ultima la panna, leggermente montata. A volte, ma piuttosto raramente, al caffè vengono aggiunte spezie quali la noce moscata o la cannella.
L'invenzione del cocktail è rivendicata dalla cittadina irlandese di Foynes, nel cui bar del porto e dell'aeroporto veniva servito per riscaldare i passeggeri reduci dalle traversate trans-atlantiche.
Secondo la tradizione, l'elaborazione della bevanda si deve a Mr. Joe Sheridan, chef del ristotante O'Regan di fronte all'aerostazione.[1] Era il 1943 e all'aeroporto giunsero in piena notte dei passeggeri stanchi e stizziti per la cancellazione del loro volo dovuta al maltempo. Joe Sheridan pensò allora di servire loro qualcosa di robusto che potesse rinfrancare e "riscaldare" i passeggeri. Preparò del caffè molto forte, aggiunse zucchero e whiskey, completando con una guarnizione di panna. Quando i passeggeri gli chiesero se si trattasse di caffè brasiliano, Mr. Sheridan divertito rispose: «No, è caffè irlandese!».
Anni dopo, un giornalista del "San Francisco Chronicle", atterrato a Shannon, dove nel frattempo Joe Sheridan si era trasferito, scoprì la bevanda e l'apprezzò molto, arrivando a dedicarle un articolo sul quotidiano a grande tiratura di cui era corrispondente.
Fu così che i bar di San Francisco cominciarono a preparare l'Irish Coffee, e poi la ricetta si diffuse in tutto il mondo.
Nel 1988, l'Autorità Irlandese degli Standard Nazionali pubblicò lo standard di preparazione dell'Irish Coffee, noto sotto la voce "I.S. 417: Irish Coffee".
Essendo il tipo di caffè e il metodo di realizzazione della panna componenti fondamentali per la realizzazione di un perfetto Irish Coffee, non è inusuale imbattersi in bevande spacciate per Irish Coffee, ma che da essa si differenziano enormemente.
Ad esempio, in alcuni bar del sud est asiatico viene servito un cocktail freddo con caffè e whisky, qualche volta senza panna, che viene venduto sotto il nome di "Irish Coffee".
In Spagna la bevanda viene chiamata col nome di "Cafè Irlandès", e viene solitamente servita con uno strato di whisky sul fondo, uno strato di caffè al centro ed uno strato di panna sulla cima del bicchere; spesso la bevanda viene creata con specifici dispositivi presenti all'interno del bar.
In Jamaica si tende a sostituire il whiskey con il rum locale.
Sotto la voce di Highland Coffee va invece quella bevanda calda al caffè che sostituisce il whiskey con dello scotch.
Molte bevande con base di caffè caldo e liquore hanno inoltre derivato il loro nome dall'Irish Coffee. Un esempio su tutti potrebbe essere il Bailey's Coffee, che tuttavia si differenzia dal vero Irish Coffee per l'utilizzo di una crema liquorosa al caffè in sostituzione del tradizionale whisky.
John Collins | |
---|---|
Nazione | Regno Unito |
Anno | 1869 |
Ideatore | John Collins |
Locale | Limmer's Old House |
Bicchiere | Highball |
Base primaria | Gin |
Decorazione | Fetta di limone e ciliegia sotto spirito |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Long drink |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1993 |
Il John Collins è un cocktail la cui esistenza è testimoniata fin dal 1869, ma che potrebbe essere nato anche prima. Si ritiene che sia stato creato da un omonimo capocameriere che lavorava al Limmer's Old House di Conduit Street, nel quartiere di Mayfair a Londra, un popolare locale londinese attorno agli anni 1790–1817.[1][2] È un cocktail ufficiale IBA.
Il John Collins è un cocktail realizzato con bourbon o gin, succo di limone, zucchero e acqua gassata. La prima ricetta attestata del John Collins si trova all'interno dello Steward and Barkeeper's Manual del 1869:
(EN)
«Teaspoonful of powdered sugar |
(IT)
«Cucchiaino di zucchero in polvere |
(Steward and Barkeeper's Manual) |
Lo storico di cocktail David Wondrich ha speculato che la ricetta originale introdotta a New York negli anni 1850 potrebbe essere stata molto simile ai punch di gin che erano serviti nei locali di Londra, come Garrick, durante la prima metà del XIX secolo. Wondrich afferma che questi ultimi sarebbero dovuti essere del tipo «gin, succo di limone, acqua gassata fredda e Maraschino».[1]
Il richiamo specifico al Old Tom Gin nella ricetta del 1869 è la probabile causa del cambio di nome avvenuto in seguito nella ricetta di Jerry Thomas del 1876, dove il cocktail viene indicato col nome di "Tom Collins". Al giorno d'oggi, con "John Collins" si intende un "Tom Collins" preparato con whiskey al posto del gin. Le versioni precedenti dei punch di gin erano probabilmente preparate invece con jenever.[1]
Versare tutti gli ingredienti direttamente dentro l'Highball riempito di ghiaccio. Mescolare lentamente. Decorare con una fetta di limone e una ciliegia sotto spirito. Aggiungere un goccio di Angostura.
Kamikaze | |
---|---|
Bicchiere | coppetta da cocktail |
Base primaria | Vodka |
Decorazione | spicchio di lime |
Tecnica di miscelazione | shaker |
Momento del consumo | anytime |
Il Kamikaze è un cocktail straight up appartenente al genere fancy/popular nella classificazione International Bartenders Association, e ai sour.
La ricetta bilanciata secondo la chimica degli zuccheri seguita dalla maggior parte delle scuole di america bartender prevede:
Versare gli ingredienti nello shaker, agitare e servire in una coppetta da cocktail.[3] Nella versione On The Rocks versare gli ingredienti direttamente in un bicchiere old fashioned con ghiaccio e mescolare.
Kir | |
---|---|
Base primaria | Vino |
Il kir è un cocktail di tipo aperitivo, a base di vino bianco, generalmente alcolico al 16%. È un cocktail certificato dall'Associazione internazionale Bartenders. Questo cocktail ha origini francesi e la leggenda narra che fu l'abate Kir di Digione a proporre questo cocktail agli ospiti, naturalmente usando del vino francese, un Aligotè di Borgogna. L'altro ingrediente è la Crème de cassis (chiamata anche Crema di cassis o Cassis de Dijon o Crème de cassis de Dijon), un liquore francese ottenuto dalla macerazione del ribes nero in alcol con l'aggiunta di sciroppo di zucchero.
Ha ottenuto l'A.O.C. (ovvero Appellation d’Origine Contrôlée) “Crème de Cassis de Bourgogne”. Deve avere una gradazione minima di 15° ed un contenuto di almeno 400 g di zucchero per litro. La produzione di questo liquore è consentita solo a Digione con ribes (la varietà migliore è il Nero di Borgogna) raccolti nella Côte-d'Or. Il ribes viene macerato in alcol per almeno tre mesi, con numerosi rimontaggi. Poi dalla spillatura si ottiene il jus vierge. Successivamente la massa del ribes viene ricoperta di alcol e acqua, spillando si ottiene il secondo succo detto recharge. Si ripete l'operazione un'altra volta e si spilla un terzo succo detto lavasse. Ognuno di questi passaggi estrae una serie diversa di sostanze. Alla fine il ribes è pressato e distillato, l'alcol che si ricava servirà per macerare altro ribes. Il cassis di Dijon è ottenuto dalla miscela dei tre differenti succhi con aggiunta di acqua, zucchero e alcol puro. Il Cassis di Dijon si usa soprattutto negli aperitivi per il Kir ed il Kir Royal. Tuttavia può essere usato come digestivo con un terzo di cognac o grappa.
Si prepara direttamente nella flûte, versando prima la Crème de Cassis e colmando con vino ben freddo. In alternativa si può usare un bicchiere a calice per vino.
Long Island Iced Tea | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Anno | 1972 |
Ideatore | Robert "Rosebud" Butt |
Locale | Oak Beach Inn |
Bicchiere | Highball |
Base primaria | |
Decorazione | Fetta di limone |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Long drink |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2004 |
Il Long Island Iced Tea è un cocktail a base di vodka, gin, rum bianco, triple sec e tequila.
La bevanda deve il suo nome non alla presenza effettiva di tè freddo ma all'aspetto finale della preparazione e all'odore, che assomigliano a quelli del tè al limone.
È stato inventato negli anni '30 durante il periodo del proibizionismo e realizzato con più basi alcoliche possibili con l'aggiunta di Coca-Cola per farlo sembrare un innocentissimo tè freddo.
La ricetta ufficiale dell'IBA prevede:
Riempire un bicchiere di tipo highball con cubetti di ghiaccio e versare tutti gli ingredienti al suo interno, dopodiché mescolare lentamente. Infine, decorare con una spirale di limone e servire con una cannuccia.[1]
La preparazione avviene in un bicchiere a collo medio-alto o in un highball (secondo il metodo IBA): si versano tutti gli ingredienti, tranne la cola, nel boston shaker senza ghiaccio, si shakera, si versa nel bicchiere pieno di ghiaccio, ed infine si aggiunge la cola a top (per dare colore e il sapore tipico al cocktail). Si può guarnire il bicchiere con uno spicchio di limone. Servire con 2 cannucce.
Il colore ambrato, e in parte anche il sapore (se preparato secondo la ricetta comune, quindi evitando la tequila che "sporca" il gusto), ricordano appunto quelli dell'Ice Tea, il tè freddo estivo.
Varianti
Il Long Island Iced Tea è la base per moltissimi coktail, i quali per la fama e la grande varietà hanno dato origine ad una famiglia di hard drink, per l'appunto gli Iced Tea:
Lemon Drop Martini | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Periodo | Anni 1970 |
Ideatore | Norman Jay Hobday |
Locale | Henry Africa's |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Vodka |
Decorazione | Fetta di limone, crusta di zucchero |
Tecnica di miscelazione | Mixing & straining |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Anytime |
Stile | Martini |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Il Lemon Drop Martini, anche noto semplicemente come Lemon Drop, è un cocktail a base di vodka preparato con succo di limone, triple sec e sciroppo di zucchero.[1][2] È stato descritto come una variante del Vodka Martini.[3] È un cocktail ufficiale IBA dal 2011.
Il cocktail è stato inventato negli anni 1970 da Norman Jay Hobday, fondatore e proprietario dell'Henry Africa's, un bar nel quartiere di Russian Hill a San Francisco, in California, aperto nel 1969.[5][6][7][8][9] Veniva originariamente servito in una coppetta da cocktail.[7][10][11] Il nome del cocktail deriva probabilmente dall'omonima caramella inglese, chiamata appunto lemon drop.[12][10] Dopo la sua invenzione, il cocktail si è diffuso rapidamente in vari locali di San Francisco.[7] Nei primi anni 1990, il cocktail era spesso preparato come chupito o servito in un cicchetto.[2][12][13]
La ricetta ufficiale IBA del 2011 prevede i seguenti ingredienti:[4]
Raffreddare una coppetta da cocktail riempiendola con del ghiaccio, dopodiché rimuovere il ghiaccio e applicare una crusta di zucchero sul bordo del bicchiere. Shakerare gli ingredienti in un mixing-glass e versare il cocktail nel bicchiere. Decorare con una fetta di limone.[4]
Alcune varianti del Lemon Drop prevedono l'utilizzo di mirtilli o lamponi e di qualità di vodka ai rispettivi gusti.[2] Il cocktail viene decorato con tali bacche o con il limone.[2][14] Un Lemon Drop al mirtillo può essere preparato pestando i mirtilli,[15] mentre un Lemon Drop al lampone può essere preparato passando o tritando i lamponi.[16]
Un Lemon Drop al mirtillo (di fronte) e un Appletini (dietro)
Mai Tai | |
---|---|
Base primaria | Rum |
Il Mai Tai è un cocktail alcolico a base di rum chiaro e scuro, curaçao, sciroppo d'orzata e succo di lime, associato alla cultura Polinesiana.
Ne viene attribuita l'invenzione al Trader Vic's restaurant di Oakland, California, nel 1944. Anche il locale rivale Don the Beachcomber ne rivendica l'invenzione facendola risalire al 1933, benché le ricette dei due locali siano differenti[1].
"Maita'i" è una parola tahitiana che significa "buono"; il nome del cocktail è tuttavia reso con due parole, a volte unite da un trattino o con l'iniziale maiuscola[2][3].
Secondo Victor J. Bergeron del Trader Vic's, il cocktail fu servito in occasione della visita di alcuni amici da Tahiti. Una di loro, Carrie Guild, dopo averlo assaggiato esclamò "Maita'i roa ae!" ("molto buono!"), da cui il nome[4].
Il Mai Tai divenne popolare tra gli anni 1950 e gli anni 1960, fu d'aiuto al suo successo anche la sua apparizione nel film Blue Hawaii interpretato da Elvis Presley. Viene citato nel singolo “Empire State of Mind” di Jay-Z e Alicia Keys.
Ne esistono diverse varianti. Secondo la International Bartenders Association[5], che lo include nella sua lista di cocktail ufficiali, la ricetta è la seguente:
Tutti gli ingredienti tranne il rum scuro vengono agitati nello shaker con il ghiaccio. Si versa nel bicchiere, vi si aggiunge il rum scuro facendolo stratificare in superficie.
Viene servito on the rocks, cioè con cubetti di ghiaccio, in un bicchiere Highball. Guarnizione ombrellino in carta
Manhattan | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Periodo | 1874 |
Ideatore | Iain Marshall |
Locale | Manhattan Club |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | |
Decorazione | Ciliegia sotto spirito |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Classe | French-Italian |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1961 |
Il Manhattan è uno dei più famosi cocktail a base di whisky, servito come aperitivo. Si narra che l'inventore di questo aperitivo fosse un barman del Manhattan Club di New York (da cui il nome), che lo avrebbe preparato per la prima volta nel 1874.
Le proporzioni di whisky e vermut variano da dolce (1:1) a secco (4:1), ma secondo alcune fonti la ricetta originaria era 2:1 e veniva utilizzato solo rye whiskey. Nel tempo si sono modificati sia la ricetta che gli ingredienti, tanto è vero che la versione più diffusa ad oggi utilizza whisky statunitense. Le qualità di più diffuse sono rye whiskey, whisky canadese e bourbon.
Il Manhattan è un cocktail ufficiale IBA,[1] ed è inserito nella lista dei sei cocktail fondamentali all'interno del libro del 1948 The Fine Art of Mixing Drinks di David A. Embury con la seguente ricetta: 5 parti di whisky americano, 1 parte di vermut e una goccia di angostura.[2] È inoltre uno dei cinque cocktail che prendono il nome di uno dei borghi di New York.
Secondo una popolare teoria, il cocktail sarebbe stato inventato al Manhattan Club di New York nei primi anni 1870 da Iain Marshall, che era stato incaricato di preparare un banchetto organizzato da Jennie Jerome (anche nota come Lady Randolph, la madre di Winston Churchill) in onore di Samuel Tilden, candidato alle elezioni presidenziali. Il successo del banchetto rese il cocktail molto popolare, spingendo in seguito altre persone a chiedere lo stesso drink e riferendosi ad esso con il nome del club in cui era stato preparato la prima volta — «il cocktail del Manhattan».[3][4] Tuttavia, Lady Randolph a quel tempo di trovava in Francia ed era incinta, quindi tale storia è probabilmente inventata.[5]
Ci sono tuttavia dei riferimenti precedenti a cocktail simili indicati come "Manhattan" e serviti nell'area di Manhattan.[4] Secondo altri, quindi, il cocktail sarebbe stato inventato da un barman di nome Black in un locale di Broadway, vicino a Houston Street.[6]
Il cocktail di Manhattan originale era una miscela di «whisky americano, vermut italiano e angostura».[7][3] Durante il periodo del proibizionismo (1920–1933), si utilizza principalmente il Canadian whisky perché più facilmente disponibile.[8]
Uno dei primi riferimenti al Manhattan si può trovare in The Flowing Bowl, scritto da William Schmidt e pubblicato nel 1891, in cui viene descritto un cocktail preparato con 2 gocce di Gum syrup, 2 gocce di amaro, 1 goccia di assenzio, 2/3 di whisky e 1/3 di vermut.
Lo stesso cocktail appare col nome di "Tennessee Cocktai" in Shake 'em Up!, di V. Elliott e P. Stong, pubblicato nel 1930, con la seguente ricetta: «due parti di whisky, una parte di vermut italiano e una goccia di amaro versato sopra il ghiaccio e mescolato vigorosamente».[9]
Il Manhattan si prepara mescolando (senza agitare) gli ingredienti all'interno del mixing glass, raffreddato precedentemente riempiendo di ghiaccio il bicchiere per 2/3. L'angostura ha un sapore molto marcato, potrebbe bastare solo una goccia, secondo i gusti. Si serve in una coppetta da cocktail (da Martini) con lo strainer, guarnito con una ciliegina al maraschino.
Margarita | |
---|---|
Base primaria | Tequila |
Il Margarita è il più comune cocktail messicano a base di tequila, ed appartiene ai sour[1]. In latino "margarita" significa perla, mentre in spagnolo è la traduzione della parola margherita. È un cocktail pre-dinner.
Secondo quanto afferma William Grimes, autore di Straight Up or On the Rocks: The Story of the American Cocktail, molte persone affermano di aver bevuto Margarita in Messico già negli anni trenta, da cui si deduce che il margarita fu inventato prima del 1940.
Tra i tanti candidati per il titolo di "creatore del margarita", se ne possono citare tre:
Le proporzioni più usate per il margarita sono;
sebbene lo standard IBA (Cocktail ufficiali IBA) sia
Il drink è normalmente servito shakerato con ghiaccio, "on the rocks", o mescolato con ghiaccio (il "frozen margarita"); nella ricetta classica è servito nella tipica coppetta detta Sombrero. Il cocktail viene frequentemente servito con sale sul bordo del bicchiere ("Crusta").
Sebbene i margarita più comuni contengano tequila, liquore all'arancia, succo di lime o di limone, e qualche volta un dolcificante aggiuntivo, molte variazioni stanno diventando sempre più comuni. Usare succo di lime imbottigliato (che contiene zucchero) è un altro modo usato per dolcificare il cocktail.
È possibile aggiungere anche succhi di frutta al margarita. Esempi classici sono le seguenti combinazioni:
Comunque, è bene segnalare che i margarita a base di frutta non fanno parte della definizione di un classico "Margarita".
Fino al 25 novembre 2011 il Margarita era presente nella lista dei cocktail internazionali stilata dall'IBA, poi è scomparso. È però riapparso a fine dicembre 2011. Oltre al classico Margarita, troviamo anche una variante così definita, il Tommy's Margarita con la seguente ricetta:
Shakerare e filtrare il cocktail in una coppetta a cocktail.
Mary Pickford | |
---|---|
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Rum |
Tecnica di miscelazione | Shaker |
Momento del consumo | Anytime |
Il cocktail è un omaggio all'attrice Mary Pickford, venne creato al bar dell'hotel National di Cuba nel 1920. [1]
Versare tutti gli ingredienti nello shaker, servire in una coppetta da cocktail precedentemente raffreddata.
Mimosa | |
---|---|
Nazione | Italia |
Bicchiere | Flûte |
Base primaria | Prosecco |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Classe | French-Italian |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2004 |
Il Mimosa è una variante dei cocktail Bellini, Rossini e Tintoretto e fa parte della categoria dei medium drink. Si differenzia dal Buck's fizz per la percentuale maggiore di prosecco (o champagne) rispetto alla spremuta d'arancia.
Il periodo ideale per gustarlo sono i mesi invernali, quando appunto maturano i frutti.
Mint Julep | |
---|---|
Base primaria | Whisky |
Il Mint Julep è un cocktail originario degli Stati Uniti del Sud a base di menta e whisky di tipo Bourbon. Mint significa appunto menta e julep è un termine che deriva dal persiano gulab e significa acqua (ab) di rose (gul)[1] e per estensione indica uno sciroppo acquoso dolce e profumato, in italiano giulebbo o giulebbe [2],[3] alla menta. Quindi mint julep è uno sciroppo dolce di menta, con l'aggiunta di ghiaccio tritato e Bourbon. Si può pensare il mint julep verosimilmente come ad una granita di menta con Bourbon e con una guarnizione di foglioline di menta, allo scopo di stimolare anche l'olfatto.
Si vuole che l'origine del mint julep sia oscura e mai definitivamente conosciuta. La prima apparizione del mint julep in un libro appare nell'autore John Davis pubblicato a Londra nel 1803 ed è descritto come una dracma di liquore con della menta, bevuto al mattino dagli abitanti della Virginia, negli Stati Uniti [4].
Non è specificato da Davis che il liquore sia proprio Bourbon. Dunque questa è la conferma che il mint julep origina nel 1800, negli Stati Uniti del Sud. La diffusione della bevanda fu dovuta al senatore statunitense Henry Clay del Kentucky che la introdusse a Washington D.C. al bar Round Robin del famoso Willard Hotel, durante la sua permanenza in città[5][6]. Il termine julep, negli Stati Uniti, propriamente indicava un po' d'acqua zuccherata che si dava per inghiottire meglio le compresse di qualche farmaco. Gli americani durante il secolo 1900 gustarono non solo il julep a base di Bourbon ma anche il julep a base di gin, fatto con il ginepro e il gin, una bevanda dissetante di cui si sta perdendo memoria[7]
Lo sciroppo di menta viene preparato in diversi modi:
La quantità di Bourbon varia da 60 a 100 ml. circa a persona. Riguardo al potere dissetante si beve circa 300 ml. di liquido (considerando anche il ghiaccio) dei quali in media 80 ml. di alcool. Essendo una bevanda dissetante e non un cocktail la quantità di alcool dovrebbe essere minima per avere un grado alcoolico totale circa come la classica bevanda dissetante italiana, a base di molta acqua e poco vino. È chiaro che potendo variare a piacere la quantità di menta, acqua e Bourbon, esiste una preparazione classica ma poi ognuno fa il mint julep variando la quantità degli ingredienti a seconda del proprio gusto. Tradizionalmente il mint julep veniva servito in bicchiere d'argento oppure peltro ma oggi si usano bicchieri di vetro del tipo "vecchio stile" (Old Fashioned glass, lowball glass, o rocks glass) bassi e larghi oppure in un bicchiere tipo tumbler chiamato Collins glass, alto e largo o in un Highball glass una via di mezzo fra i due precedenti.[8]
Negli Stati Uniti il mint julep dal 1938 è più rinomato come bevanda del Kentucky Derby, una corsa di cavalli. Ogni anno circa 120 000 mint julep sono serviti al Churchill Downs[9] durante i due giorni della Kentucky Oaks e del Kentucky Derby[10]. Per più di 18 anni, il dissetante mint julep dei primi tempi (Early Times Mint Julep Cocktail) è stato designato come la bevanda ufficiale del derby del Kentucky. Al derby del Kentucky del 2006, Churchill Downs ha servito dei mint julep fatti in proprio al costo di 1000 dollari l'uno. I mint julep furono serviti in bicchieri dorati con fregi in argento e fu usato un Bourbon speciale, della riserva Woodford, la menta importata dall'Irlanda, il ghiaccio dalle Alpi Bavaresi e lo zucchero australiano. Il ricavato fu devoluto ai cavalli da corsa in pensione. Nel maggio 2008 Churchill Downs ha fatto costruire il più grosso bicchiere per mint julep. Churchill Downs assieme a Early Times ha ordinato al gruppo Weber[11]. di fabbricare un bicchiere largo 1,8 metri (6 foot) e alto 2,3 metri (7,5 foot). Il bicchiere è stato costruito in plastica acrilica per alimenti approvata dalla Food and Drug Administration (FDA), l'ente americano di controllo dei cibi e dei farmaci, su disegno della coppa ufficiale del derby del 2008. Ha una capacità di 780 litri (206 galloni americani) e distribuì il mint julep al derby per mezzo di un elaborato sistema di pompaggio[12].
Il Kremlin Colonel è un mint julep con vodka al posto del Bourbon; tale drink si differenzia dal Vodka Stinger perché per la preparazione di quest'ultimo si utilizza crème de menthe al posto delle foglie di menta.
Mojito | |
---|---|
Nazione | Cuba |
Periodo | XVI secolo |
Bicchiere | Highball |
Base primaria | Rum |
Decorazione | Rametto di menta (hierba buena), fetta di limone |
Tecnica di miscelazione | Pestato |
Capacità | Long drink |
Momento del consumo | Any time |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2004 |
Il mojito è un famoso cocktail di origine cubana composto da rum bianco, zucchero di canna, succo di lime, foglie di menta (nota come hierba buena a Cuba) e acqua di Seltz[1]. È un cocktail ufficiale IBA.
L'origine del mojito rimane piuttosto controversa[2]: viene spesso narrato che un cocktail simile al moijto fu inventato dal famoso pirata inglese Sir Francis Drake (El Draque) nel XVI secolo. Quella versione era preparata con aguardiente (rum non invecchiato) di bassa qualità, lime, acqua, zucchero raffinato bianco di canna e una specie locale di menta, la hierbabuena.[3] Nella metà del 1800 pare che la società Bacardi abbia dato un impulso di popolarità alla bevanda, che comunque raggiungerà la sua definitiva popolarità solo nel XX secolo.[4]
Anche sulla versione moderna del mojito non pare esistere certezza assoluta su chi lo ha proposto per primo, anche se i nomi solitamente più pronunciati sono quelli di barman della Bodeguita del Medio, Attilio De La Fuente, oppure Angel Martinez, che effettivamente rilevò il locale nel 1942, all'apice della sua notorietà per essere frequentato da noti personaggi. Contrariamente a quanto ritenuto comunemente, è tuttavia falso che Ernest Hemingway fosse un noto consumatore della bevanda: la frase a lui attribuita, scritta anche nel locale "My mojito in La Bodeguita, My daiquiri in El Floridita", sebbene meritevole di aver reso celebre la bevanda anche fuori da Cuba, è apocrifa[N 1].[2][5][6]
Esistono diverse teorie anche riguardo l'origine del termine "Mojito". Secondo alcuni, esso sarebbe legato al "mojo", un condimento tipico della cucina cubana a base di aglio e agrumi, usato per marinare. Un'altra teoria lo lega alla traduzione della parola spagnola mojadito, che significa "umido". Un'ultima ipotesi, considerata comunque la meno attendibile, fa risalire l'etimologia della parola al termine vudù mojo, che significa "incantesimo".[7][8]
Mettere in un tumbler alto zucchero, succo di lime, rum e menta. Amalgamare il tutto premendo delicatamente le foglie di menta, poi unire ghiaccio a cubetti e la soda. Decorare con un rametto di menta. Servire con una cannuccia.[1]
Il mojitaly è un cocktail simile al mojito, ma con un amaro fernet alla menta al posto del rum[9]. Il genepyto è una variante del mojito, abbastanza di tendenza sulla Alpi occidentali, fatto sostituendo il rhum con il genepy bianco.[
Monkey Gland | |
---|---|
Base primaria | Gin |
Il Monkey Gland è un all day cocktail a base di gin, succo d'arancia, granatina e assenzio. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
Il suo nome significa "ghiandola di scimmia" e pare che fosse stato ideato dal barman Harry MacElhone, presso l'Harry's New York Bar di Parigi, in onore dello scienziato Serge Voronoff. Il nome si riferisce ai testicoli di scimmia: Voronoff aveva messo a punto una pratica che prevedeva l'impianto di tessuto testicolare di scimmia nell'uomo con l'intento di far ringiovanire il paziente.
Prendere una coppetta da cocktail e raffreddarla riempiendola di cubetti di ghiaccio. In un secondo bicchiere aggiungere 5 cl di gin, poi 3 cl di succo d'arancia fresco, 2 gocce di granatina e 2 gocce d'assenzio. Versare il tutto in uno shaker pieno di ghiaccio ed agitare bene. Servire senza cannuccia.
Moscow mule | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Anno | 1941 |
Bicchiere | highball |
Base primaria | Vodka |
Decorazione | fetta di lime |
Tecnica di miscelazione | mes |
Il Moscow mule è un long drink riconosciuto ufficialmente dall'IBA.
Versare nel bicchiere highball vodka e ginger beer, aggiungere il succo di lime e guarnire con una fetta di lime.[1]
Viene anche preparato e servito in un bicchiere di rame, miscelando tutti gli ingredienti direttamente nel bicchiere con ghiaccio e guarnendo con una fetta di lime e zenzero. In mancanza del boccale di rame si può utilizzare un bicchiere old fashioned.[senza fonte]
Esiste una variante del drink, il Gin Gin Mule o London Mule, preparato sostituendo la vodka con il gin.[2]
Moscow mule è il titolo dell'ottavo episodio della prima stagione della serie TV Orange Is the New Black, puntata dedicata alla detenuta russa Galina "Red" Reznikov. Inoltre è il titolo di una canzone del 2018 del duo modenese Benji & Fede.
Negroni | |
---|---|
Nazione | Italia |
Periodo | 1919-1920 |
Ideatore | Camillo Negroni |
Locale | Caffè Casoni |
Bicchiere | Old fashioned |
Base primaria | |
Decorazione | Fetta d'arancia |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Medium drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1961 |
Il Negroni è un cocktail da aperitivo alcolico dal tipico colore rosso chiaro, a base di vermut rosso, bitter Campari e gin.
È un cocktail riconosciuto ufficialmente dall'IBA[1] nonché uno dei più famosi.
Fu ideato a Firenze nel 1919-20 dal conte Camillo Negroni. Negli anni '20 il conte era solito frequentare l'aristocratico Caffè Casoni in Via de' Tornabuoni a Firenze (locale in cui verrà trasferita in seguito l'attività del già esistente Caffè Giacosa e successivamente passato fra le proprietà di Roberto Cavalli) e, per variare dal suo abituale aperitivo Americano, chiese al barman Angelo Tesauro (secondo altri autori però pare che fosse Fosco Scarselli) di aggiungere un po' di gin in sostituzione del seltz, in onore degli ultimi viaggi londinesi. Il nuovo cocktail divenne noto come l'"Americano alla moda del conte Negroni", ovvero un Americano con un'aggiunta di gin, e in seguito prese il nome del conte stesso.[4]
Versare tutti gli ingredienti dalla gradazione alcolica più alta alla più bassa direttamente nel bicchiere Old fashioned riempito di ghiaccio. Mescolare delicatamente. Decorare con metà fetta d'arancia.[1]
Il Negroni ha nel tempo dato forma a diverse varianti:
Old Fashioned | |
---|---|
Base primaria | Whisky |
L'Old fashioned è un cocktail a base di whiskey, zucchero, bitter e acqua. È un cocktail ufficiale IBA.
Old Fashioned | |
---|---|
Base primaria | Whisky |
Manuale |
Si ha un primo contatto con questo cocktail grazie a Jerry Thomas, che nel suo libro del 1862 inserisce il “whiskey cocktail“, a base di whiskey, zucchero, bitter e acqua. Chi poi, per primo, l’abbia chiamato old fashioned, non si sa, è strettamente legato al termine cocktail cui si fece una breve descrizione il 13 maggio 1806 sul ” The Balance and the Columbian Repository” con una definizione che recita così: ” Una bevanda alcolica stimolante composta da liquidi alcolici di varia natura, zucchero, acqua e bitter”. Cosa descrive, se non qualcosa di molto affine all’Old Fashioned? Ma siamo prima degli scritti del professore… andando avanti di qualche anno, nel 1880, un anonimo barman del Pendennis Club di Lousville, nel Kentucky, fece un old fashioned in onore del colonnello James E. Pepper – ultimo di una famiglia di distillatori – che lo apprezzò a tal punto da diffonderlo in seguito a New York ,conta relativamente.[1] È un cocktail ufficiale IBA.
È uno dei cocktail più famosi al mondo e uno dei più antichi degli Stati Uniti;[2][3] lo scrittore britannico Kingsley Amis lo definì «l'unico cocktail che può rivaleggiare con il Martini e le sue varianti»; il conterraneo Alec Waugh lo considerò il miglior preludio a una cena insieme al Martini-dry; per il drammaturgo statunitense George Jean Nathan fa parte della "trinità dei cocktail" insieme al Martini e al Manhattan.[4]
Ricetta IBA
Bicchiere: old fashioned
Prendere un bicchiere tipo old fashioned da 6-10 once fluide, porvi una zolletta di zucchero ed impregnarla con gocce di angostura (3-4 dashes, cioè 1,8-2,5 ml). Utilizzare un pestello per schiacciare la zolletta. Aggiungere un goccio di acqua naturale per far sciogliere meglio lo zucchero e mescolare stando attenti a non creare grumi ed ottenere una soluzione omogenea. Aggiungere un'oncia di bourbon e poi 3-4 cubetti di ghiaccio. Utilizzare il cucchiaio da bar per mescolare e dissolvere lo zucchero (ed eventualmente lo sciroppo) nel bourbon. Aggiungere altri cubetti di ghiaccio sino a riempire il bicchiere, quindi un'ulteriore oncia di bourbon. Mescolare di nuovo con il cucchiaio da bar. Ricavare con un pelapatate una lunga fetta di scorza d'arancia sopra il bicchiere così che l'essenza d'arancia si depositi nella soluzione e la profumi. È possibile anche schiacciarla leggermente sopra il bicchiere per ottenere il risultato. Tagliare e pulire la fettina di scorza d'arancia, poi aggiungerla al cocktail. Inserire nel cocktail una ciliegia al maraschino e ricavare una fettina d'arancia con cui guarnire il bicchiere. Servire senza cannuccia.
L'Old Fashioned è un cocktail relativamente semplice ma, data la sua lunga storia, presenta decine se non centinaia di varianti.
Paradise | |
---|---|
Base primaria | Gin |
Il Paradise è un all day cocktail a base di gin e apricot brandy e succo d'arancia. Trattasi di un cocktail ufficiale IBA.
Riempire una coppetta da cocktail con del ghiaccio per raffreddarla. Riempire di ghiaccio uno shaker, togliervi l'acqua in eccesso, poi aggiungervi 3,5 cl di gin, 2 cl di brandy all'albicocca e 1,5 cl di succo d'arancia fresco ed agitare bene. Filtrare il contenuto dello shaker nella coppetta da cocktail svuotata del ghiaccio. Servire senza cannuccia.
Piña Colada | |
---|---|
Nazione | Porto Rico |
Bicchiere | Hurricane |
Base primaria | Rum |
Decorazione | Fetta di ananas e/o ciliegia al maraschino |
Tecnica di miscelazione | Frozen |
Capacità | long drink |
Il Piña Colada (in spagnolo "ananas pressato") è un cocktail molto dolce a base di rum chiaro, latte di cocco e succo d'ananas (o ananas a pezzetti), originario di Porto Rico.
Esistono diverse versioni circa l'origine di questa bevanda. Alcune testimonianze parlano di "bevande a base di ananas e rum", ma senza il latte di cocco, già dagli anni venti, però esiste anche la versione che contiene anche la vodka.
Un riferimento iniziale ad una bevanda chiamata Piña Colada composta da rum, noce di cocco e ananas, si trova nell'edizione del 16 aprile 1950 del New York Times[1]:
(EN)
«Drinks in the West Indies range from Martinique's famous rum punch to Cuba's pina colada (rum, pineapple and coconut milk). Key West has a variety of lime swizzles and punches, and Granadians use nutmeg in their rum drinks.» |
(IT)
«I cocktails delle Indie Occidentali variano dal famoso punch al rum della Martinica alla pina colada di Cuba (rum, ananas e latte di cocco). A Key West ci sono numerosi swizzles al lime e punch, e gli abitanti di Grenada usano noce moscata nei loro drink al rum.» |
(New York Times, 16 aprile 1950) |
Un'altra versione riconosce il Piña Colada come bevanda tipica di Porto Rico, paese dove si dice sia stato creato per la prima volta nel 1963 da Don Ramon Portas Mingot, che tentando di ideare un cocktail originale a base di frutta, preparò il primo Piña Colada. Nella Vecchia San Juan c'è una targhetta commemorativa in marmo per ricordare questo evento.
È probabile quindi che in buona parte dei Caraibi, già dagli anni cinquanta, si fosse a conoscenza di questo tipo di bevanda, chiamata semplicemente "ananas colata", ma fu nel 1963 che essa venne ufficializzata col nome di Piña Colada e assunta come bevanda nazionale portoricana. La Piña Colada ha molti punti in comune con un altro cocktail: lo Swimming Pool, che in alcune varianti si avvicina quasi del tutto alla bevanda portoricana.
6 cl di Rum bianco;
9 cl di succo di ananas;
3 cl di latte di cocco.
q.b. ghiaccio.
Pisco sour | |
---|---|
Base primaria | Pisco |
Il Pisco sour è un sour a base di pisco la cui invenzione è attribuita a Victor Morris, immigrato americano di Salt Lake City che si trasferì in Perù nel 1913. Dopo un iniziale periodo passato a lavorare per la Cerro de Pasco Railroad, Victor aprì il Morris Bar in centro a Lima che divenne in pochissimo tempo luogo di ritrovo dell'upper-class Peruviana e degli immigrati di madrelingua inglese.
Morris iniziò a servire Pisco Sour nel suo bar come alternativa al Whiskey Sour ed il cocktail continuò a mantenere popolarità anche dopo la morte di Morris nel 1929.[1]
Benché la sua origine sia contesa dal Cile, appare perciò evidente che il cocktail sia nato in Perù.
Il Pisco Sour è anche la bevanda nazionale del Perù dove si festeggia addirittura una festa nazionale il primo Sabato di Febbraio
Viene preparato nello shaker agitando vigorosamente (meglio frullatore). Nello shaker va messo anche un albume di uovo e sul cocktail vanno fatte scendere quattro gocce di Amargo Chuncho Bitter. Si suggerisce max 2 cubetti di ghiaccio per persona.
Shekerare il pisco e il succo di limone. Decorare il bordo del bicchiere con lo zucchero, versare e aggiungere due cubetti di ghiaccio.
Planter's Punch | |
---|---|
Base primaria | Rum |
Il Planter's Punch è un Longdrink. È un cocktail ufficiale della IBA.
Mettere tutti gli ingredienti, eccetto l'Angostura, nello shaker colmo di ghiaccio e shakerare. Filtrare e versare in un bicchiere colmo di ghiaccio. Aggiungere l'Angostura a fine preparazione. Guarnire con ciliegia al maraschino e fetta d'ananas.
Porto flip | |
---|---|
Base primaria | Vino |
Il Porto flip è un cocktail ufficiale della International Bartenders Association, (IBA) a base di vino Porto.
Si prepara mettendo nello shaker tutti gli ingredienti con aggiunta di ghiaccio. Va servito nella coppetta da cocktail.
Ramos Gin Fizz | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Anno | 1888 |
Ideatore | Henry C. Ramos |
Locale | Imperial Cabinet Saloon |
Bicchiere | Collins |
Base primaria | Gin |
Tecnica di miscelazione | Shaking |
Capacità | Long drink |
Stile | Fizz |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Il Ramos Gin Fizz (anche noto come "Ramos Fizz" o "New Orleans Fizz") è un cocktail a base di gin preparato con succo di limone, albume d'uovo, zucchero, crema di latte, acqua ai fiori d'arancio e acqua gassata.[1] Viene servito in un bicchiere di tipo Collins 12 o 14 once.[2] È un cocktail ufficiale IBA dal 2011.
La ricetta ufficiale IBA del 2011 prevede i seguenti ingredienti:[3]
Aggiungere tutti gli ingredienti (eccetto l'acqua gassata) nel mixing-glass, quindi shakerare senza ghiaccio (dry shake) per due minuti. Aggiungere quindi il ghiaccio e shakerare vigorosamente per un altro minuto. Versare quindi il cocktail nel bicchiere, senza ghiaccio, utilizzando lo strainer. Completare con un top di acqua gassata.[3]
Il cocktail è stato inventato nel 1888 da Henry C. Ramos, mentre lavorava nel suo bar di New Orleans, in Louisiana, l'Imperial Cabinet Saloon. In origine era chiamato "New Orleans fizz", e prima del proibizionismo godeva di grande popolarità, tale che presso il locale di Ramos oltre venti baristi erano incaricati di preparare esclusivamente quel cocktail per poter soddisfare tutte le richieste.[4] In seguito, durante il Carnevale di New Orleans del 1915, vennero assunti 35 baristi per tale scopo.[4] Il cocktail veniva shakerato energicamente da un team di giovani ragazzi, che si passavano il drink dall'uno all'altro in fila, fino a 12 minuti prima di poter essere servito.
Rose | |
---|---|
Base primaria | Vermut |
Il Rose cocktail è un cocktail ufficiale IBA.
Shakerare con ghiaccio e servire in una coppetta da cocktail. Si guarnisce con una ciliegia al maraschino.
Russian Spring Punch | |
---|---|
Nazione | Regno Unito |
Periodo | Anni 1980 |
Ideatore | Dick Bradsell |
Bicchiere | Highball |
Base primaria | Vodka |
Decorazione | Fetta di limone, mora |
Tecnica di miscelazione | Shakerato |
Capacità | Long drink |
Classe | French-italian |
Stile | Sparkling |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Il Russian Spring Punch è un cocktail a base di vodka e liquore, cocktail ufficiale IBA dal 2011.
Il Russian Spring Punch è stato inventato a Londra da Dick Bradsell durante gli anni 1980. Bradsell, pur non ricordandosi in quale locale lavorasse quando ha ideato il cocktail, racconta di averlo creato per un gruppo di amici che volevano organizzare una festa e spendere poco in alcol; agli invitati venivano forniti vodka, Crème de cassis, zucchero liquido e succo di limone, e veniva loro chiesto di portarsi da casa il proprio vino spumante. Il nome deriva dall'utilizzo di vodka (una bevanda russa) e dal fatto che il cocktail è un "Collins", un drink primaverile.[2]
La ricetta ufficiale IBA del 2011 prevede i seguenti ingredienti:[1]
Shakerare la vodka, il liquore, lo zucchero liquido e il succo di limone in un mixing-glass, dopodiché versare direttamente nel bicchiere highball. Completare il cocktail con un top di vino spumante, e infine decorare con una fetta di limone e una mora.[
Il Rusty Nail (letteralmente: chiodo arrugginito) è un cocktail ufficiale IBA a base di Drambuie e Scotch whisky. Appartiene alla famiglia dei Duo e Trio cocktail.
Porre gli ingredienti direttamente in un bicchiere di tipo Old fashioned con ghiaccio ed aggiungere una scorza di limone arrotolata (lemon twist in inglese).
Il Rusty Nail servito senza ghiaccio è anche detto Straight Up Nail.
Il Rusty Nail è uno dei cocktail preferiti di Jimmy "Saul Goodman" McGill e, nella serie omonima lo si vede spesso prepararne e berne uno.
Sazerac | |
---|---|
Base primaria | Cognac |
Il Sazerac è un cocktail ufficiale IBA facente parte della categoria degli The Unforgettables.
New Orleans, prima metà del 1800, la città è senza dubbio un riferimento culturale e politico degli Stati Uniti meridionali, tradizionalista, conservatrice e cosmopolita, bacino di tante culture. Proprio in quegli anni si fece fama di essere una città bella e dannata. Lo scenario non poteva che essere migliore per far nascere il primo cocktail della storia. A pochi passi dal bar del barman Sewell T. Taylor c’era la farmacia del leggendario medico creolo-francese Antoine Amedeè Peychaud, che con la sua immensa conoscenza di erbe, radici e distillati usava il cognac e l’assenzio per diluire le sue medicine e somministrarle ai pazienti.
Il Sazerac servito da Taylor si chiamava così in onore del cognac francese “Sazerac du Forgè et fils” che utilizzava nella sua ricetta insieme al bitter del farmacista e all’assenzio francese. Il drink divenne famoso al punto che diversi locali presero il suo nome. Purtroppo però la fillossera nel 1869 distrusse gran parte dei vigneti europei e creò un grave ammanco di cognac destinato all’esportazione, a tal punto che in America si deviò sul prodotto distillato in casa, il rye whiskey, ben più economico del cognac, al quale concedeva maggior morbidezza e complessità di aromi, ma vinceva in quanto potere alcolico.
Oggi LO sazerac è richiesto da pochi, spesso solo dai professionisti, nonostante lo si debba mettere al pari di un old-fashioned quanto ad importanza storica, se non addirittura al primo posto per la storia della miscelazione.[1]
Il cocktail si prepara aromatizzando con assenzio il bicchiere in cui sarà servito. Porre quindi l'assenzio in un tumbler insieme a ghiaccio tritato e lasciarlo da parte.
Mentre il bicchiere prende il segno della "fata verde", in un mixing-glass si mescolano cognac e una zolletta di zucchero, imbevuta di Peychaud bitter e disciolta in poca soda con un bar spoon.
Infine svuotare il contenuto del tumbler (con eventuali residui di assenzio) e filtrare il drink preparato nel mixing-glass all'interno del tumbler e servire senza ghiaccio.
Guarnire con gli oli essenziali di limone.
Screwdriver | |
---|---|
Base primaria | Vodka |
Lo Screwdriver (lett. cacciavite) è un cocktail ufficiale IBA a base di vodka e succo d'arancia, appartenente alla categoria dei long drinks.
Secondo un articolo del Time, lo Screwdriver è nato agli inizi degli anni '50 in un bar del Park Hotel di New York. Lì agenti segreti turchi rifugiati dai balcani e ingegneri americani erano soliti miscelare la vodka con succo d'arancia in lattina. Per mescolare i due ingredienti, non avendo strumenti più adatti, utilizzavano un cacciavite, da qui il nome del cocktail. Da esso deriva un altro drink ufficiale IBA e cioè il noto Harvey Wallbanger.
Mescolare la vodka e il succo d'arancia direttamente nel bicchiere e servire con una fetta d'arancia.
Sea Breeze | |
---|---|
Base primaria | Vodka |
Il Sea Breeze (in italiano brezza marina) è un cocktail alcolico riconosciuto ufficialmente dalla International Bartenders Association. Fa parte della categoria Popular ed è un long drink.
Trattasi di un cocktail tipicamente estivo (la brezza del mare), anche grazie alla disponibilità degli ingredienti stagionali. Vodka e succo di frutta rappresenta un mix vincente presente in numerosi drink (come lo Screwdriver). Esiste anche una variante hawaiana, il Bay breeze, con il succo di ananas al posto del succo di pompelmo.
Il cocktail risale agli anni venti, tuttavia pare che la ricetta originale fosse differente da quella usata oggi: per esempio gin e granatina prendevano il posto della vodka e del succo di pompelmo.
Si versano gli ingredienti in un bicchiere tipo highball, riempito con ghiaccio. Si guarnisce, infine, con una fettina di lime e si serve con due cannucce.
Sex on the Beach | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Anno | 1987 |
Ideatore | Ted Pizio |
Locale | Confetti's |
Bicchiere | Highball |
Base primaria | Vodka |
Decorazione | Frutta |
Tecnica di miscelazione | Build |
Capacità | Long drink |
Momento del consumo | Anytime |
Classe | Highball |
Stile | Tiki |
Famiglia | Cape Codder |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2004 |
Il Sex on the beach è un cocktail alcolico internazionale riconosciuto ufficialmente dalla International Bartenders Association a base di vodka. Fa parte della famiglia dei Cape Codder.
La storia del Sex on the Beach è, come quella di molti cocktail, piuttosto nebulosa da definire. Durante gli anni settanta l'uso della vodka ebbe una grande impennata fra i consumatori americani[1]; inoltre, verso la fine del decennio, cominciarono ad essere importati i primi Peach Schnapps. Fu dunque fra gli anni settanta e gli anni ottanta che cominciarono ad essere creati i primi cocktail fruttati, basati principalmente sul Cape Codder e il Tequila Sunrise[2], ma non venne creato nessun cocktail contenente la parola sex, poiché ritenuto sconveniente nei locali statunitensi. Una delle ricette che ebbe più successo fu la formula descritta dalla nota guida "Mr. Boston's", chiamata anche Peach on the Beach . Durante lo spring break del 1987, a Fort Lauderdale, la National Distribution, un'azienda di distribuzione di liquori, indisse un concorso per sponsorizzare il peach schnapp. Ted Pizio, allora barman al Confettis, mescolò il liquore di pesca con vodka, succo d'arancia e di cranberry, ottenendo grande successo fra gli avventori. Quando Ted chiedeva la ragione per cui molti giovani venivano in Florida per lo spring break, le risposte erano beach (spiaggia) e sex (sesso): decise di chiamare il cocktail dunque Sex on the Beach.[3]
Un'altra versione dell'origine del nome vuole che il coktail si chiamasse in origine "Fun on The Beach": In Europa, era giunta già all'inizio degli anni ottanta la versione "Boston's", ma in quel periodo il midori non era facilmente reperibile: con l'arrivo della versione semplificata, il cocktail si affermò velocemente anche nel vecchio continente, ma mutando il nome, il quale non doveva più sottostare ai moralismi americani[4].
Shakerare la vodka, il peach schnapps e il succo di arancia in uno shaker freddo, quindi versare il contenuto in un tumbler alto precedentemente riempito di ghiaccio. Versare senza mescolare il succo di cranberry in modo che il rosso del succo, che per densità tende a scendere, screzi il cocktail. Guarnire con una cannuccia, ed eventualmente con arancia, e servire.[5]
Il Sex on the beach è un cocktail fruttato e fresco, richiesto soprattutto nelle serate estive. Sebbene il contenuto alcolico sia abbastanza consistente, il sapore dolce e i succhi di frutta ammorbidiscono il sapore, rendendolo un cocktail non pesante da bere.[3]. Tecnicamente è una variante "Tiki" della famiglia dei Cape Codder.[2]
Il sex on the beach è un cocktail che può essere presentato in vari modi. Nei locali meno forniti o che necessitano di una preparazione rapida il peach schnapps viene spesso sostituito con vodka aromatizzata alla pesca, mentre il succo di cranberry con sciroppo di fragola, granatina o altro succo o sciroppo di frutti rossi. Varianti più elaborate sono:
Sidecar | |
---|---|
Base primaria | Cognac |
Il Sidecar è un cocktail classico di tipo sour, tradizionalmente preparato con cognac, liquore all'arancia (Cointreau, Grand Marnier o altro triple sec), e succo di limone. È un cocktail ufficiale IBA dal 2011.
Pur non essendo pacifica l'esatta origine del Sidecar, si ritiene che sia stato inventato all'Hôtel Ritz di Parigi verso la fine della seconda guerra mondiale. Graham Greene nel suo libro Brighton Rock, pubblicato nel 1938, lo fa servire ad un suo personaggio (Silvia). Divenne in seguito famoso grazie all'Harry's New York Bar, sempre a Parigi[1].
Mescolare gli ingredienti nello shaker riempito a metà di ghiaccio. Filtrare e servire in un bicchiere col bordo inzuccherato. Eventualmente guarnire con la scorza di arancia o limone.
Singapore Sling | |
---|---|
Nazione | Singapore |
Anno | 1915 |
Ideatore | Ngiam Tong Boon |
Base primaria | Gin |
Il Singapore sling è un cocktail ufficiale International Bartenders Association. Venne creato nel 1915 da Ngiam Tong Boon, barman dell'hotel Raffles di Singapore.
Nel bicchiere di preparazione aggiungere 3 cl di gin, 1,5 cl di Heering Cherry Liqueur, 0,75 cl di triple sec, 0,75 cl di benedictine, 1 cl di granatina, 1,5 cl di succo di lime, 12 cl di succo d'ananas, uno spruzzo di angostura. Versare il tutto in uno shaker pieno di ghiaccio ed agitare. Filtrare in un bicchiere highball precedentemente riempito di ghiaccio. Guarnire con una fettina d'ananas e con una ciliegia al maraschino.
Spritz | |
---|---|
Periodo | Anni 1800 |
Bicchiere | Old fashioned |
Base primaria | |
Decorazione | Spicchio d'arancia |
Tecnica di miscelazione | Mescolato |
Capacità | Long drink |
Momento del consumo | Pre-dinner |
Classe | Italian |
Stile | Sparkling |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Lo spritz è un long drink aperitivo alcolico veneto, popolare nel Triveneto, a base di prosecco, bitter e acqua frizzante o seltz.
L'origine dello spritz è ricondotta all'usanza delle truppe dell'Impero austriaco di stanza nel Regno Lombardo-Veneto di allungare i vini locali, di elevata gradazione alcolica, con seltz o acqua frizzante. Da qui l'origine del nome, che si vuole derivare dal verbo tedesco austriaco spritzen, che significa "spruzzare", cioè compiere il gesto di allungare il vino con l'acqua frizzante.[2] Di tale usanza, diffusasi in breve tra la popolazione locale e conservatasi pressoché inalterata anche in Friuli-Venezia Giulia e in Trentino, rimane eco anche presso gli anziani di altre località del Nord.[3]
Come cocktail lo spritz nasce presumibilmente tra gli anni venti e trenta del Novecento tra Venezia e Padova, quando si pensò di unire a tale usanza l'Aperol (presentato alla Fiera di Padova nel 1919) o il Select (prodotto dai fratelli veneziani Pilla).[4] Diviene popolare prima a Venezia e a Padova e, a partire dagli anni settanta, in tutto il Veneto, mentre dal 2011 è ufficializzato dalla IBA prima con la denominazione di "spritz veneziano", poi semplicemente come "spritz"[5][1]
La sua notorietà a livello nazionale è avvenuta tramite la pubblicità dell'Aperol che a inizio 2008 ha avviato una campagna pubblicitaria, favorendone così la diffusione anche nel resto d'Italia e all'estero.[6]
Lo spritz si prepara con un vino bianco frizzante (solitamente prosecco), un bitter come Aperol, Campari o Select (che conferisce al cocktail un colore rosso/arancio) e una spruzzata di acqua frizzante o seltz.[7][8] Altri liquori usati possono essere il Cynar o il China Martini.[7][8]
La ricetta veneziana prevede:[9][10][11][12]
La ricetta ufficiale IBA prevede:[1]
Per preparare lo spritz si versa il vino in un bicchiere old-fashioned contenente del ghiaccio, in ordine: aperol, prosecco e infine soda, guarnendo quindi con mezza fetta d'arancia.[1] Dal 2015, nel retroetichetta della bottiglia dell'Aperol, viene indicato il bicchiere da vino con stelo ideale per la preparazione dell'Aperol Spritz.
Stinger | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Periodo | anni '90 del XIX secolo |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Cognac |
Decorazione | foglia di menta |
Tecnica di miscelazione | mixing & straining |
Capacità | short drink |
Momento del consumo | after dinner |
Classe | duo e trio |
Lo Stinger è un cocktail alcolico a base di cognac e crème de menthe.
L'uso di miscelare cognac con liquori alla menta cominciò ad essere in voga, negli Stati Uniti, sin dagli anni novanta del XIX secolo[1] in cocktail come il Judge[2] e il Painmaster[3]. La prima traccia scritta dello Stinger, che prevedeva l'uso di cognac, risale, invece, al 1900, come appunto scritto a mano nel ricettario pubblicato da William T. "Cocktail" Boothby "American Bartender"[4] e aggiunto nell'edizione del 1905: secondo questo appunto, la ricetta deriverebbe dal barista J.C.O’Connor dell'omonimo cafè; nello stesso volume comparivano anche altre tre varianti (Stinger Junior, Stinger Senior, Stinger Royal).
Versare gli ingredienti in un Boston shaker, mescolare e filtrare in una coppetta da cocktail precedentemente raffreddata. Guarnire eventualmente con una foglia di menta[5].
Diverse varianti del drink sono state create. Modificando le proporzioni dei due ingredienti si definiscono:
Se variano gli ingredienti si parla di:
Tequila Sunrise | |
---|---|
Nazione | Stati Uniti |
Periodo | 1969-1971 |
Ideatore | Robert "Bobby" Lozoff |
Locale | Trident, Sausalito |
Bicchiere | Hurricane |
Base primaria | Tequila |
Decorazione | Fetta d'arancia, ciliegina |
Tecnica di miscelazione | Build |
Capacità | Long drink |
Momento del consumo | Anytime |
Classe | Highball |
Stile | Tropical |
Famiglia | OJ |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 1987 |
Il Tequila Sunrise (in italiano Alba tequila) è un cocktail alcolico internazionale riconosciuto ufficialmente dalla International Bartenders Association a base di Tequila
Il primo cocktail denominato "Tequila Sunrise" risale alla fine degli anni '30. Fu ideato da Gene Sulit, barman dell'Arizona Biltmore Hotel di Phoenix, per un cliente abituale dell'albergo, il quale era di ritorno da una gita dove fu colpito dall'alba sul deserto; arrivato al bar chiese una bevanda dissetante a base di tequila. Sulit creò il cocktail definendolo appunto "Tequila Sunrise". Tale versione però differiva abbastanza dalla ricetta con cui si definisce il cocktail odierno, essendo una variazione del Gin Sling contenente tequila, soda, succo di lime e crème de cassis.[2]
La ricetta odierna fu invece ideata da Robert "Bobby" Lozoff, giovane barista del ristorante Trident di Sausalito, locale molto in voga negli anni '70. Lozoff si dilettava a ideare cocktail insieme al suo collega Billy Rice; uno di questi fu una variante del Tequila Sunrise di Sulit, a cui sostituirono il lime con sweet'n'sour e aggiungendo succo d'arancia. Il cocktail ebbe un buon successo nel locale e dovendo velocizzare la preparazione per far fronte all'alta richiesta, Lozoff semplificò la ricetta riducendolo a tequila, succo d'arancia e crème de cassis. La modifica finale risultante nelle ricetta attuale, ossia la sostituzione del liquore di ribes con la granatina, è dovuta alla moda del periodo dell'uso di questo sciroppo.[3] Nel 1972 i Rolling Stones organizzarono una festa per l'apertura dell'American Tour 1972 al Trident. Quando Mick Jagger chiese a Lozoff un Margarita, questi gli chiese se avesse già provato il suo Tequila Sunrise. Il gruppo fu talmente colpito dal cocktail che soprannominarono il tour "Cocaine & Tequila Sunrise Tour"[4]. Nel 1973 l'azienda produttrice di tequila Jose Cuervo, principale marca utilizzata al Trident, colpita dal successo del cocktail, si accordò con il ristorante e stampò la ricetta sul retro della bottiglia, diffondendo così il cocktail nel resto del mondo. Nello stesso anno il gruppo musicale Eagles si ispirarono al successo del cocktail per dare il titolo alla canzone Tequila Sunrise[5]. Nel 1987 l'I.B.A. la incluse fra i cocktail della categoria "Anytime" (dal 2010 fra i "contemporary classics").[6]
Versare la tequila ed il succo d'arancia in un bicchiere hurricane riempito di ghiaccio in cubetti. Mescolare con uno stirrer, quindi incorporare delicatamente lo sciroppo di granatina secondo il metodo build, in modo che la granatina vada a depositarsi sul fondo donando al drink l'effetto sunrise (alba). Guarnire con una fetta d'arancia e una ciliegina candita.[1]
Il Tequila Sunrise è un long drink dissetante e fruttato, sebbene il sapore erboso della tequila e i toni esperidati del succo d'arancia ammortizzino la dolcezza della granatina, rendendolo un drink leggermente amarognolo[7]. Tecnicamente è un cocktail di classe Highball stile exotic. Ha un grado alcolico di circa 12° alc.[8]
Dato il successo, il Tequila Sunrise ha dato seguito a varie ricette varianti.
Margarita | |
---|---|
Base primaria | Tequila |
Il Margarita è il più comune cocktail messicano a base di tequila, ed appartiene ai sour[1]. In latino "margarita" significa perla, mentre in spagnolo è la traduzione della parola margherita. È un cocktail pre-dinner.
Secondo quanto afferma William Grimes, autore di Straight Up or On the Rocks: The Story of the American Cocktail, molte persone affermano di aver bevuto Margarita in Messico già negli anni trenta, da cui si deduce che il margarita fu inventato prima del 1940.
Tra i tanti candidati per il titolo di "creatore del margarita", se ne possono citare tre:
Le proporzioni più usate per il margarita sono;
sebbene lo standard IBA (Cocktail ufficiali IBA) sia
Il drink è normalmente servito shakerato con ghiaccio, "on the rocks", o mescolato con ghiaccio (il "frozen margarita"); nella ricetta classica è servito nella tipica coppetta detta Sombrero. Il cocktail viene frequentemente servito con sale sul bordo del bicchiere ("Crusta").
Sebbene i margarita più comuni contengano tequila, liquore all'arancia, succo di lime o di limone, e qualche volta un dolcificante aggiuntivo, molte variazioni stanno diventando sempre più comuni. Usare succo di lime imbottigliato (che contiene zucchero) è un altro modo usato per dolcificare il cocktail.
È possibile aggiungere anche succhi di frutta al margarita. Esempi classici sono le seguenti combinazioni:
Comunque, è bene segnalare che i margarita a base di frutta non fanno parte della definizione di un classico "Margarita".
Fino al 25 novembre 2011 il Margarita era presente nella lista dei cocktail internazionali stilata dall'IBA, poi è scomparso. È però riapparso a fine dicembre 2011. Oltre al classico Margarita, troviamo anche una variante così definita, il Tommy's Margarita con la seguente ricetta:
Shakerare e filtrare il cocktail in una coppetta a cocktail.
Il Tuxedo è un all day cocktail a base di gin, dry vermut, maraschino, assenzio e orange bitters. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
Prendere una coppetta da cocktail e riempirla di ghiaccio per raffreddarla. Riempire un secondo bicchiere di ghiaccio, poi aggiungere 3 cl di gin, 3 cl di dry vermut, 2,5 ml di maraschino, 1 ml di assenzio e 1 ml di orange bitters. Mescolare bene il tutto, poi filtrare in una coppetta da cocktail dopo averne rimosso il ghiaccio. Spremere leggermente una fettina di scorza di limone sopra il bicchiere, dopodiché guarnirlo con la stessa fetta a spirale e con una ciliegia da cocktail. Servire senza cannuccia.
Vampiro | |
---|---|
Bicchiere | highball |
Base primaria | Tequila |
Decorazione | peperoncino rosso, fettina di limone |
Tecnica di miscelazione | Mixing glass |
Il Vampiro è un cocktail codificato IBA (nella sezione New Era Drinks). È una bevanda estremamente popolare in Messico[1]. Il nome deriva dal colore rosso sangue dovuto alla presenza del succo d'arancia.
Gli ingredienti vanno miscelati in un mixing glass, e poi filtrati all'interno di un bicchiere highball. Completare con ghiaccio e decorazioni.
Vesper o Vesper Martini è un cocktail composto da gin, vodka e Kina Lillet, non più prodotta e sostituita dal similare attuale Lillet Blanc. Fa parte della categoria dei pre-dinner cocktail.
Il cocktail è stato inventato nel 1953 da Ian Fleming nel romanzo Casino Royale. L'agente segreto James Bond ordina e nomina il cocktail in onore di Vesper Lynd, di cui era innamorato.
(EN)
«Shaken, not stirred» |
(IT)
«Agitato, non mescolato» |
(Specifica sempre Bond dopo aver ordinato un Vesper) |
Shakerare gli ingredienti con ghiaccio in uno shaker e servire in una coppa martini larga e profonda decorando con una fetta lunga e sottile di buccia di limone.
Whiskey Sour | |
---|---|
Base primaria | Whisky |
Il Whiskey Sour è un cocktail pre-pasto a base di bourbon whiskey con succo di limone, zucchero e albume d'uovo. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
Spremere 3cl (1 oz) di succo di limone poi aggiungere 1.5 cl (0,5 oz) di sciroppo di zucchero. Aggiungere 4,5 cl (1,5 oz) di Bourbon Whiskey. Poi procedere con l'aggiunta di un albume d'uovo (opzionale). Mettere la soluzione in uno shaker ed agitare in modo deciso. Riempire lo shaker con del ghiaccio e poi agitare di nuovo il tutto. Versare la soluzione dello shaker in un bicchiere di tipo old fashioned o cobbler precedentemente riempito fino all'orlo con cubetti di ghiaccio. Guarnire con mezza fettina d'arancia sul bicchiere e una ciliegia al maraschino. servire con cannuccia
White lady | |
---|---|
Base primaria | Gin |
Il White lady è un cocktail di tipo all day sour a base di gin e triple sec, con tecnica Shake & Strain. È un cocktail ufficiale dell'IBA.
Molti paesi ne rivendicano la paternità. La Francia vuole che sia stato creato in onore dell'opera "La Dame invisible" di François-Adrien Boieldieu; Stati Uniti secondo i quali fu dedicato a Ella Fitzgerald che con abito bianco cantava "Sophisticated lady".
La storia più attendibile racconta che sia stato inventato a Parigi nel 1919, nel Harry's Bar, da Harry MacElhone, lo stesso inventore del Sidecar e dell'Alexander. Lo preparò per una donna dal vestito bianco che entrò nel bar ed ebbe un malore: lui miscelò questi tre ingredienti e la donna dopo un attimo si riprese . Da questa storia nasce il nome White Lady.
Prendere una coppetta da cocktail e riempirla di ghiaccio per raffreddarla. In uno shaker riempito di ghiaccio versare 4 cl di gin, 3 cl di triple sec e 2 cl di succo di limone fresco. Agitare bene e poi filtrare nella coppetta da cocktail svuotata del ghiaccio. Guarnire con una rondella di limone sul bicchiere. Servire senza cannuccia. Nel ricettario iba (1990), il cocktail richiede 5/10 di gin, 3/10 cointreau e 2/10 di succo di limone fresco.
Yellow Bird | |
---|---|
Nazione | Hawaii |
Locale | Shell Bar, Hilton Hawaiian Village Waikiki Beach Resort |
Bicchiere | Coppetta da cocktail |
Base primaria | Rum |
Tecnica di miscelazione | Mixing & straining |
Capacità | Short drink |
Momento del consumo | Anytime |
Cocktail ufficiale IBA | |
Inclusione | 2011 |
Lo Yellow Bird è un cocktail caraibico a base di rum bianco, Galliano e triple sec.[1] È un cocktail ufficiale IBA dal 2011
Le origini del nome "Yellow Bird" sono incerte.[3] Alcuni riportano che il nome possa derivare da un popolare brano di Haiti, Yellow Bird,[3][4] che è stata poi riscritta in inglese nel 1957[3] ed è in seguito diventata una sorta di inno nazionale dei Caraibi grazie alla popolarità ottenuta dalla registrazione di Harry Belafonte.[4] Il cantante hawaiano Arthur Lyman pubblicò una versione della canzone che nel luglio del 1961 raggiunse la 4ª posizione nelle classifiche di Billboard, e venne eseguita ogni settimana presso lo Shell Bar dell'Hilton Hawaiian Village Waikiki Beach Resort, possibile locale d'origine del cocktail.[3] Altri invece sostengono che il nome del cocktail derivi dal colore giallo conferito dal liquore Galliano, un liquore italiano dorato.[5]
La ricetta ufficiale dell'IBA del 2011 prevede i seguenti ingredienti:[2]
Raffreddare una coppetta da cocktail con del ghiaccio e shakerare tutti gli ingredienti in un mixing-glass, dopodiché rimuovere il ghiaccio dalla coppetta e versare il cocktail al suo interno utilizzando uno strainer.